Mantova, sono 140 i sanitari positivi e la loro assenza pesa nei reparti

Ogni giorno i primari costretti a riorganizzare il lavoro in base alle presenze.  Dall’inizio di gennaio sono già 280 i contagiati tra il personale Asst: medici, infermieri, operatori socio sanitari, tecnici e segreterie

MANTOVA.  In media da uno a tre (ma in alcuni casi anche a cinque) in ogni reparto, con qualche eccezione in corsie dove sono tutti presenti al lavoro. I sanitari positivi al Covid-19 negli ospedali dell’Asst sono in aumento e anche se non tengono in ostaggio i loro reparti qualche problema organizzativo lo stanno causando. Al momento sono 140 gli assenti attualmente positivi tra operatori sanitari, amministrativi, tecnici e segretarie. In pratica tra i tre e i quattro ogni cento dipendenti.

In realtà il numero è in difetto, perché a questi andrebbero aggiunti anche coloro che sono in quarantena per contatto stretto e i no vax, questi ultimi sospesi dal servizio e senza stipendio perché si sono rifiutati di ricevere il vaccino.

Dal primo al 26 gennaio, inoltre, la Medicina del Lavoro dell’Asst ha registrato 280 tamponi positivi al Covid tra tutti gli operatori sanitari dell’Asst.

La situazione è delicata e ogni mattina i primari sono costretti a rivedere presenze e ruoli di medici, infermieri e operatori socio sanitari perché il turnover di chi esce o rientra dai reparti dopo guarigione o fine quarantena è elevato.

Nei reparti c’è anche chi ha dovuto rinunciare alla ferie per coprire tutti i turni e qualche servizio ambulatoriale è stato sospeso per qualche giorno.

Del resto è così in quasi tutti gli ospedali, visto che nei primi diciotto giorni di gennaio 2022 si sono registrati 36.143 nuovi casi tra tutto il personale sanitario italiano, quasi il triplo rispetto all’intero mese di dicembre 2021 (12.664).

Per fronteggiare questo problema, le Regioni chiedono di mantenere in servizio nei reparti Covid gli operatori sanitari positivi asintomatici, una proposta inapplicabile per varie ragioni, da quelle medico legali a quelle legate al rischio connesso all’erogazione di prestazioni sanitarie.

Ma nelle ultime ore c’è fermento nei reparti dell’ospedale Carlo Poma. Pochi quelli che in queste ore non hanno alcun operatore contagiato. Tra questi, ad esempio, ci sono i reparti di Chirurgia Generale, di Chirurgia Vascolare, di Ortopedia e di Otorinolaringoiatria. In quasi tutti gli altri si va da uno a tre, fino ad arrivare a cinque contagiati, costretti a rimanere a casa. Sono medici, ma in prevalenza infermieri e operatori socio sanitari.

«La loro assenza pesa sull’organizzazione dei reparti ospedalieri – ammette il direttore generale dell’Asst, Mara Azzi – perché oltre ai sanitari abbiamo a casa anche segretarie, amministrativi e tecnici. Non sono tutti positivi, ma anche contatti stretti di contagiati che comunque devono stare a casa per qualche giorno. Stiamo resistendo e al momento non abbiamo dovuto chiudere reparti o sospendere prestazioni sanitarie».

Capitolo a parte quello dei sanitari no-vax che non hanno…