COP26: le 4 promesse più importanti per il clima

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Conclusa la COP26 eccoci ai bilanci, ma prima di etichettarla con un quasi nulla di fatto possiamo fare almeno una concessione: in 13 giorni di discussioni non si può cambiare il clima globale. È invece possibile giudicare se gli impegni presi siano abbastanza seri, gli obiettivi abbastanza ambiziosi e le basi del negoziato abbastanza solide per cercare di porre davvero, negli anni a venire, un freno alla crisi climatica. Ecco, per chiarirci le idee, le più importanti promesse (pledge) fatte dai leader mondiali alla COP26.

1 – Deforestazione. I leader di 100 Paesi, tra cui Cina e Brasile, hanno promesso di porre fine alla deforestazione entro il 2030 e hanno stanziato denaro (pubblico e privato) per ricostituire le foreste e sostenere gli indigeni che ci vivono. Il fatto che Cina e Brasile facciano parte dell’accordo fa pensare (male): da un lato abbiamo infatti il secondo maggiore compratore al mondo di prodotti derivati dalla deforestazione (come soia, legname e manzo), dall’altro un Paese che tra agosto 2020 e luglio 2021 ha perso oltre 10.000 km quadrati di foreste a causa delle politiche del suo leader, Jair Bolsonaro – che forse crede che da qui al 2030 non ci saranno più alberi da abbattere, e quindi potrà mantenere la parola data.

I dubbi si affacciano ancor più prepotenti sapendo che l’accordo, come tutti quelli presi nelle varie COP, non è vincolante per le parti: «Non si arriva a parlare di meccanismi di esecuzione o simili, non è nella natura di questi accordi», ha spiegato il ministro dell’ambiente britannico George Eustice. Secondo il quale, questa volta, gli ingenti investimenti  (oltre 19 miliardi di dollari) fanno la differenza rispetto all’accordo fallimentare del 2014 (The New York Declaration on Forests).

2 – net zero. Un’altra promessa fatta alla COP26 è quella dell’India, che ha dichiarato il suo impegno a raggiungere la neutralità nelle emissioni (net zero) entro il 2070. Un annuncio che ha stupito tutti, dal momento che fino a poche settimane fa il Paese dichiarava che l’obiettivo emissioni nette zero non sarebbe servito per fermare gli effetti dei cambiamenti climatici. La promessa è stata accolta con entusiasmo nonostante le tempistiche sembrino un po’ in ritardo rispetto agli altri Paesi che hanno fissato al 2050 il limite per raggiungere la neutralità (Cina, Russia e Arabia Saudita a parte, che hanno indicato il 2060).

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