La ferocia del Covid: da inizio pandemia morte 1.423 persone

Attualmente risultano positivi più di 550 mantovani. «Curva in frenata ma l’andamento resta imprevedibile»

MANTOVA. In fila e colonna, ingabbiati nei grafici e ripetuti dai telegiornali: i numeri creano assuefazione, la sbornia delle cifre addormenta lo stupore. Così anche per i dati della pandemia.

Ma il bilancio (parziale) contenuto nell’ultimo report di Ats Val Padana mette ancora i brividi: da inizio pandemia a Mantova sono morte di Covid 1.423 persone (esclusi i decessi di pazienti arrivati qui da altre province). Come se il virus avesse cancellato un paese intero, col suo deposito di memoria e il suo giacimento di futuro. Altro dato, a smentire l’euforia arrogante di quelli che «il virus è ormai alle spalle» (o, peggio, «è sempre stato una montatura»): attualmente nella nostra provincia si contano più di 550 positivi. E i tamponi sempre quelli sono, se ne fanno in media oltre 1.200 a settimana.

Altra evidenza che, da sola, dovrebbe sgretolare l’ostinazione dei no-vax più riottosi, analizzando i nuovi casi di contagio si scopre che il rapporto tra vaccinati (con ciclo completo) e non vaccinati è di 1 a 6. Eppure diventa sempre più difficile avvicinare chi, tra gli over 40, non si è ancora fatto avanti per ricevere la sua dose.

«No, non c’è la corsa a vaccinarsi – conferma il direttore dell’Osservatorio epidemiologico di Ats Val Padana, Marco Villa – complessivamente però il 75% dei mantovani ha ricevuto almeno una dose, e il dato è buono. I no-vax? Come spesso accade nel nostro paese ci sono argomenti che polarizzano le opinioni. Posso capire i timori, ma rispetto a un tema scientifico, e di fronte all’evidenza dei numeri, non dovrebbero esserci dubbi». E invece resiste una sacca di persone che del vaccino non ne vuole sapere. Anche tra il personale sanitario.

Se i dati assoluti mettono i brividi, la traiettoria disegnata dalla pandemia sembra confortare: «L’accenno di quarta ondata, caratterizzato dalle curve di incidenza in crescita a partire dal mese di luglio, appare ora in frenata» si legge nel report di Ats. È ancora così? Possibile, con i contagi degli ultimi giorni che collocano Mantova tra le provincie lombarde più colpite?

«La situazione può cambiare da un momento all’altro – risponde Villa – è vero che, dopo un aumento rapido della curva delle infezioni dalla finale degli Europei fino all’inizio di agosto, adesso stiamo attraversando una fase più stabile, ma l’estate è caratterizzata da focolai e i contagi potrebbero risalire in fretta».

A proposito, l’attenzione e le preoccupazioni sono orientate all’avvio dell’anno scolastico: cosa potrebbe accadere? «Ci vorrebbe la sfera di cristallo per rispondere – scandisce il direttore dell’Osservatorio epidemiologico – molto dipenderà dalle decisioni politiche, non tanto e non solo sulla scuola, ma sull’accesso alle scuole. La scuola in quanto tale è un luogo più sicuro di altri, ma se gli autobus per arrivarci sono affollati e le…