Scuole a rischio anche nel 2022, sindaci mantovani pronti a mobilitarsi

Numeri bassi per i prossimi anni, i plessi più piccoli perderanno altre classi.Gli amministratori: «Il nostro territorio deve essere riconosciuto Area interna»

MANTOVA. C’è forte preoccupazione per le scuole nel Destra Secchia dopo la decisione di non far partire tre classi prime a settembre, ora i sindaci guardano già all’anno scolastico 2022- 2023 perché i numeri per i prossimi anni non sono tranquillizzanti. Gli amministratori locali avevano presentato un progetto di territorio sperimentale per salvare le prime, ma non è servito.

A Magnacavallo, Felonica e Quingentole a settembre non ci sarà la classe prima alle elementari, questo è ormai certo. Ma ora si guarda con preoccupazione al prossimo anno scolastico. I numeri non sono buoni. E se i parametri di riferimento continueranno ad essere applicati rigidamente, come quest’anno, allora ci sono diverse piccole scuole che sono a serio rischio di chiusura. Infatti sono diversi i paesi dove manca una classe, oltre ai tre in cui mancherà la prima a settembre, anche Schivenoglia è orfana di una classe. A Felonica ne mancheranno due. In queste condizioni si rischia di non raggiungere il numero minimo per mantenere aperti i plessi. Per il prossimo anno (2022-2023) i numeri sono leggermente migliori, ma comunque non sufficienti.

In tutti e tre i centri che hanno perso la prima ci saranno una decina di bimbi, ma già dall’anno successivo le cose si complicano, a Magnacavallo ci sono diverse annate che contano circa cinque nati.

I numeri sono sconfortanti in tutti i piccoli paesi del Destra Secchia. La normativa prevede un numero di 15 studenti, fissato come minimo per attivare una classe, mentre le pluriclassi possono essere costituite con un numero minimo di 15 studenti e un massimo di 18. La speranza era una deroga in ragione di un progetto costituito con il gruppo di ricerca Indire, cui si appoggia il ministero.

Un progetto sperimentale che mirava a mettere in rete i plessi del territorio, si trattava di una soluzione, cui tutti i sindaci avevano aderito, per dare un orizzonte ai piccoli plessi. Se non ci saranno deroghe la situazione diventerà critica e a rischio ci saranno diverse piccole scuole dell’area, sostanzialmente nessuna potrà dirsi al sicuro, ad eccezione di quelle dei quattro centri maggiori Poggio, Ostiglia, Sermide e Quistello.

In questa partita un ruolo fondamentale potrebbe giocarlo il riconoscimento di questo territorio come Area interna, con cui arriverebbe una serie di vantaggi fiscali, investimenti e non di meno la possibilità di derogare rispetto ai numeri minimi fissati per formare una classe. «Una via da percorrere con convinzione – secondo il presidente del Consorzio Oltrepò Alberto Borsari – nel frattempo il nostro progetto sulle scuole è pronto, ma prima di investire tempo e risorse vogliamo delle garanzie».

E proprio nei prossimi mesi si saprà se quest’area otterrà questo riconoscimento che diventerebbe vitale per mantenere servizi come scuole e presidi sanitari.