Aria di mobilitazione per i lavoratori Versalis «Cracking da salvare»

A Venezia i sindacati minacciano lo stato di agitazione E chiedono di allargare la protesta anche nell’area padana 

«Dopo l’incontro del 9 aprile con i vertici di Eni siamo sempre più convinti che la paventata “riconversione di Porto Marghera” dichiarata dall’amministratore delegato Claudio De Scalzi sia semplicemente e drammaticamente una chiusura di impianti e nulla più». Tira aria di scioperi e mobilitazione negli stabilimenti Versalis, a partire da quello di Venezia dove Rsu e segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil alzano il tiro della protesta contro l’annunciata chiusura del cracking di Porto Marghera. «Se gli incontri al ministero dello sviluppo economico e della transizione energetica, chiesti dalle segreterie sindacali nazionali non dovessero arrivare per fine aprile – è l’avvertimento – e se tali incontri non produrranno un esito volto al mantenimento del cracking di Porto Marghera, le segreterie provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di Venezia e le rsu proclameranno uno stato di agitazione con l’attuazione del minimo tecnico di otto ore degli impianti di Porto Marghera». Una protesta che da Venezia potrebbe estendersi anche agli altri siti Versalis, Mantova compresa, così come chiesto dai sindacati veneziani: «Chiediamo alle segreterie nazionali – si legge in un comunicato diramato nei giorni scorsi – di organizzare al più presto una mobilitazione a livello di area padana che coinvolga i petrolchimici dove è presente Eni-Versalis, perché le ricadute della chiusura di Marghera avranno delle ripercussioni anche nei siti industriali a valle del petrolchimico». Chiudere gli impianti cracking e aromatici di Porto Marghera «significa non solo chiudere il principale produttore di etilene e propilene del nord Italia – aggiungono i sindacati – ma significa anche chiudere ogni possibilità di riconversione vera, di sviluppo green a partire dalla chimica».

Ancora più deludente e preoccupante poi «risulta – concludono – l’approfondimento sui nuovi progetti che dovrebbero fare il pari con la chiusura degli impianti Versalis. Sono progetti ancora allo studio con tempi di realizzazione che non collimano con la transizione occupazionale». —