Antenna a Governolo, è protesta: «I cittadini non sapevano nulla»

Mozione in consiglio. Roveda: «Il Comune si doti di un piano per evitare pose selvagge del 5G»

RONCOFERRARO. Una nuova antenna per la telefonia cellulare, tecnicamente “stazione radio base” è comparsa da qualche settimana vicino all’ingresso principale della frazione di Governolo. Immediate le proteste di numerosi cittadini che non erano al corrente della posa. Delle proteste si è fatta interprete il gruppo civico “Per la nostra comunità” che presenterà una mozione al prossimo consiglio comunale.

«Il posizionamento è avvenuto in modo repentino – spiega Candido Roveda, in consiglio con Gianni Gasapini per il gruppo civico -. I cittadini sono stati presi alla sprovvista, non sapevano nulla». La procedura, a detta del consigliere, è stata formalmente corretta. L’operatore telefonico, in questa caso Iliad che nella nostra provincia ha un piano per recuperare il gap con gli altri player delle reti cellulari, ha definito un contratto con un privato in una porzione di terreno interessata da una lottizzazione residenziale ancora aperta e attigua ad un’area artigianale non completata. «C’è da dire che è l’ingresso del paese – prosegue l’ex sindaco Roveda – a poche decine di metri dalle abitazioni e dalle attività commerciali più frequentate bar, edicola, fiorista, tabaccheria, macelleria, pasticceria, pizzeria che ormai si concentrano sull’Ostigliese». Una localizzazione sbagliata, per Roveda «visto che , a poca distanza, al di là della strada provinciale 33 e a ridosso del canale Bianco-Fissero Tartaro, vi sono terreni disponibili in area industriale, che l’amministrazione avrebbe potuto offrire in alternativa».

In sostanza, se oggi il quadro normativo consente iter autorizzativi favorevoli e rapidi «l’amministrazione comunale avrebbe dovuto contattare preventivamente l’operatore telefonico e prospettargli un posizionamento alternativo». Quello che non ha fatto l’amministrazione, ora lo propone la lista d’opposizione. «Un incontro con l’operatore Iliad per verificare i margini rimasti per un eventuale delocalizzazione dell’antenna – conclude Roveda -. E poi, forti di questa negativa esperienza, un piano antenne, da affidare alla redazione di esperti, in modo da dire preventivamente a ciascun operatore dove poter installare e dove no. Dobbiamo governare la transizione al 5G, per evitare di ritrovarsi in una giungla di antenne e una competizione selvaggia a danno dei cittadini».