«Trump aveva un piano criminale». In aula le storie insabbiate nel 2015

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK — «Questo caso riguarda un piano criminale», ha dichiarato il procuratore Matthew Colangelo ieri, nella sua arringa d’apertura in tribunale a Manhattan, affermando che alla fine del processo i giurati non avranno dubbi che Donald Trump è colpevole di «cospirazione e insabbiamento per promuovere la sua elezione». «Il presidente Trump è innocente», ha proclamato poco dopo, nella sua arringa, l’avvocato difensore Todd Blanche. «Non ha commesso alcun crimine». 

Dopo la selezione dei 12 giurati, il primo processo penale contro un ex presidente americano — accusato di coinvolgimento in un piano illegale per nascondere uno scandalo sessuale allo scopo di essere eletto nel 2016 — è entrato nel vivo. Al centro del caso c’è il pagamento di 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels effettuato dall’allora avvocato di Trump, Michael Cohen, per farla tacere sui presunti rapporti sessuali di dieci anni prima. La procura sostiene che Trump rimborsò poi Cohen per quel pagamento falsificando i documenti (come «spese legali») per nasconderne la natura. Ma l’episodio è inserito in un contesto più ampio. 

Il primo testimone infatti è stato ieri David Pecker, «il re dei tabloid», editore del National Enquirer e amico di Trump sin dagli anni Novanta, che la procura vuole usare come una sorta di guida per illustrare il modo sistematico in cui il tycoon avrebbe nascosto agli elettori gli scandali che lo riguardavano. Insieme a Trump e a Cohen, Pecker è descritto come parte di un piano orchestrato nell’agosto 2015 per nascondere informazioni negative (pagando direttamente un portiere e una modella di Playboy e facilitando l’accordo con Stormy), per pubblicare notizie positive e attaccare i nemici di The Donald. 

In gergo questa operazione si chiama «Catch and kill»: acquistare le storie e insabbiarle. Baffi bianchi ben curati, capelli grigi come il completo, Pecker ha parlato per una ventina di minuti e tornerà oggi in aula; ha confermato che il suo tabloid pagava per le rivelazioni (lo fece anche per nascondere una relazione di Arnold Schwarzenegger prima che fosse eletto governatore) e che ogni spesa superiore ai 10mila dollari dovesse avere la sua approvazione. 

Ma l’avvocato di Trump, Blanche, ha dichiarato che non c’è nulla di illegale in questa pratica dei tabloid sensazionalistici: «Ho uno spoiler per voi — ha aggiunto poi —: non c’è niente di sbagliato nel tentare di influenzare un’elezione. Si chiama democrazia». Blanche ha tentato poi di screditare due futuri testimoni: Cohen, definendolo un bugiardo che ha già prestato falsa testimonianza, ossessionato dalla missione di distruggere Trump perché avrebbe voluto entrare nel governo e non gli fu permesso; e Stormy Daniels, con cui l’ex presidente nega di aver avuto rapporti sessuali, dichiarando che si approfittò della situazione per estorcergli il denaro. 

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