Suicida o assassinata? Gli esperti riaprono il caso

Un nuovo tassello per fare luce sulla morte, tragica, di una donna di trentuno anni avvenuta il 15 novembre 2021. Suicidio, secondo i primi esiti delle indagini. Ma non per i genitori, che hanno fatto riaprire il caso. Ieri, in tribunale a Mantova, è stata depositata e analizzata davanti al giudice per le indagini preliminari una delle due perizie chieste dal magistrato dopo che, lo scorso novembre, ha presentato la propria relazione il consulente di parte civile, l’ex carabiniere dei Ris Luciano Garofalo. Relazione che smontava l’ipotesi del suicidio.

Le due perizie

Il giudice Arianna Busato ha affidato l’incarico ad Andrea Verzeletti, ordinario di medicina legale a Brescia, e al colonnello Nicola Staiti dei Ris di Parma. Ieri è stato sentito il medico legale, mentre Staiti ha chiesto altri due mesi per completare l’analisi sulla morfologia delle macchie di sangue (Bpa, Blood pattern analysis), indagine che consentirà di stabilire se le tracce sulla scena della tragedia siano compatibili con un suicidio. L’esperto ha dovuto lavorare sulle fotografie: particolare che aggiunge un ulteriore grado di difficoltà all’analisi. La prossima udienza è prevista il 18 giugno, poi si tireranno le somme. Ma già ieri sono emersi elementi significativi che aprono a più possibilità.

La vicenda

Il 15 novembre del 2021, la donna, 31 anni, infermiera al Carlo Poma, è stata trovata morta, riversa sul letto nel proprio appartamento alla periferia della città, dal fidanzato, suo coetaneo. Aveva una ferita profonda alla gola: un taglio netto che ha compromesso, in modo irrimediabile, la carotide. L’uomo ha chiesto aiuto a un vicino di casa, che ha tamponato la ferita in attesa dei soccorsi. Trovata in arresto cardiaco, è stata rianimata e trasportata d’urgenza al Poma, dove è morta poco dopo.

L’indagine

Le indagini della squadra mobile e i risultati dell’autopsia hanno portato alla stessa spiegazione: suicidio. Tesi alla quale non hanno mai creduto i genitori, che si sono battuti finché non sono riusciti a far riaprire il caso. Il fidanzato, nel frattempo, è stato indagato per istigazione al suicidio. Ma i genitori si sono convinti, fin dal principio, che la figlia, in realtà, sia stata uccisa. E la loro convinzione è uscita rafforzata dalla relazione di Garofalo, che i loro legali, Silvia Salvato e Fabio Piccinelli, hanno incaricato della perizia scientifica. Anche Garofalo ha fatto la Bpa e, secondo l’esperto, la presenza così massiccia di sangue sarebbe incompatibile con ferite autoinferte.