«Boicottate le elezioni, usatele contro Putin. Tutti al seggio alle 12 del 17

Dopo l’esclusione dal voto dell’unico candidato che avrebbe potuto coagulare un qualche consenso e la morte in prigione di Aleksei Navalny, sembrava proprio che le elezioni presidenziali dovessero essere come Putin aveva deciso: noiose ma senza sorprese.

E invece ecco che la vedova di Aleksei ripropone clamorosamente sui social la proposta che il principale avversario del presidente aveva lanciato dalla gelida cella della prigione Lupo artico: «Polden protiv Putina», mezzogiorno contro Putin. Una trovata geniale che non mette in pericolo nessuno in un Paese nel quale chi accenna a manifestare in qualsiasi modo rischia di finire immediatamente in prigione.

Gli elettori sono liberi (ancora) di presentarsi ai seggi quando vogliono. E allora? «Andate tutti a votare domenica alle 12 in punto», ha spiegato nuovamente Yulia Navalnaya. «Poi fate come volete, scegliete qualunque contendente che non sia Putin, annullate la scheda, scrivete a grandi lettere il nome Navalny oppure non votate o se avete già consegnato la scheda, state davanti alla porta per qualche minuto e poi andate a casa, in tutta sicurezza».

Se sarà attuato da molti russi, il mezzogiorno contro Putin creerà file davanti alle cabine elettorali, forse addirittura ingorghi nelle strade.

«Già nella notte di sabato, quando nell’Estremo Oriente russo saranno le 12 (tra la Chukotka, davanti all’Alaska, e Mosca ci sono 10 fusi orari) si capirà come andranno le cose. È anche possibile che prima del 17 le autorità prendano una qualche contromisura, dato che l’appello di Yulia potrebbe essere accolto da molti russi. Abbiamo visto in questi giorni quanti moscoviti hanno continuato a recarsi al cimitero Borisovskoye per un omaggio alla tomba del dissidente morto. La croce, alta circa un metro e settanta, svetta appena dalla massa di garofani e altri fiori che vengono deposti incessantemente.

A quasi tre settimane da quella tragica ora d’aria a 27 gradi sottozero, nulla di nuovo è emerso sulle cause della morte. Ci sono solo le dichiarazioni delle autorità locali rilasciate in quei giorni. Versione ribadita ieri dal capo dei servizi segreti esteri (Svr) Naryshkin: «Non penso che ci sia stato qualche piano speciale. Sfortunatamente le persone hanno una particolarità: prima o poi muoiono».

La tesi delle cause naturali è stata avallata una decina di giorni fa anche dal capo dei servizi segreti ucraini Budanov.

L’invito di Biden e il no di Navalnaya (e Zelenska)

La vedova di Navalny non sarà il 7 marzo a Washington per assistere al discorso di Biden sullo stato dell’Unione al quale era stata invitata. La sua portavoce ha detto che è stanca e provata, dopo il funerale. Niente viaggio negli Usa nemmeno per la moglie di Zelensky, Olena, che pure la first lady Jill voleva al suo fianco. Per lei la motivazione ufficiale è quella di impegni precedenti. È chiaro però che per rifiutare l’invito dei Biden ci deve essere qualcosa di molto più importante dietro.

Gli ucraini non hanno mai digerito la iniziale posizione di Navalny sulla Crimea («non è un panino che può passare di mano come se…