Le voci del Melamara quarant’anni dopo la tentata strage di Ludwig: «Noi, scampati»

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Prima il panico, poi la rabbia. Prima l’odore acre di benzina, la paura in gola e il terrore nelle gambe, poi la furia contro i due criminali vestiti da Pierrot come in un B movie dell’orrore.

Dentro si scatenò il panico, ci ammassammo tutti verso l’uscita.

Ma non era un film, era una domenica pomeriggio di festa alla discoteca Melamara di Castiglione delle Stiviere, dove il 4 marzo del 1984 duecento ragazzi ballavano spensierati. Celebravano il Carnevale e la vita. Rischiarono di morire in trappola.

Il testimone

«Quello della domenica pomeriggio al Melamara era un appuntamento fisso per i giovani che amavano il genere afro funky – racconta Graziano Campagnoli al microfono di Telemantova, emittente per cui lavora come operatore – Ricordo che quel 4 marzo entrarono questi due ragazzi con delle tuniche da Pierrot, sotto cui nascondevano le taniche. Fecero il giro della discoteca e sparsero un po’ di benzina, noi cominciammo a sentire un odore forte».


Quarant’anni dopo, a graffiare la voce di Campagnoli c’è ancora una nota di sconcerto: «Puntavano a fare una strage – scandisce – Dentro si scatenò il panico, ci ammassammo tutti verso l’uscita. Fuori esplose la rabbia contro questi due che si erano accaniti contro dei ragazzi che si divertivano».

Ho sentito un forte odore di benzina, poi c’è stato un finimondo di gente che scappava

Fuori fu una grande confusione: «All’epoca non c’erano i cellulari, e appena si diffuse la notizie i genitori si riversarono nel paese. C’era un’apocalisse».

La testimone

«Quel giorno ero al Melamara per la festa di Carnevale e ho sentito un forte odore di benzina, poi c’è stato un finimondo di gente che scappava – ricorda un’altra testimone, Claudia Forini, oggi presidente della cooperativa Centro Donne Mantova – Quando sono finalmente riuscita a uscire anch’io, i due criminali erano stati presi dai ragazzi che erano usciti per primi. Solo l’intervento dei carabinieri li ha sottratti a un linciaggio collettivo. Fortuna che i gestori del Melamara avevano trattato gli arredi della discoteca con delle sostanze ignifughe, altrimenti oggi non saremmo qui a parlarne».


Appena si diffuse la notizie i genitori si riversarono nel paese. C’era un’apocalisse

Quarant’anni dopo, resta la vertigine del pericolo scampato: «Abel e Furlan, i criminali di Ludwig, erano venuti per ammazzarci. Siamo dei sopravvissuti».

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