Il parricida a processo per maltrattamenti

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In cella con la condanna in Appello a 24 anni per l’omicidio del padre, ora tornerà davanti ai giudici per rispondere di un altro guaio. Lorenzo Prandi, il 52enne che nella serata del 14 luglio 2021 uccise il padre Mario di 75 anni, colpendolo con un coltello da cucina, ieri mattina è stato rinviato a giudizio con l’accusa di maltrattamenti familiari e omesso versamento degli assegni di mantenimento per le due figlie. Le due ragazze, che all’epoca dei fatti erano minorenni, si sono costituite parte civile insieme alla madre, difese dall’avvocato Giorgio Ughetti. Ieri erano presenti all’udienza davanti alla giudice per l’udienza preliminare Chiara Comunale le tre donne, di fronte a Prandi, trasportato direttamente dalla cella di via Poma. Non si sono scambiati alcun cenno né parola. Il processo prenderà il via il 13 giugno.

La vicenda

I fatti si riferiscono soprattutto ai due anni precedenti l’omicidio, quando la coppia separata, dal 2016 e divorziata nel 2019, non conviveva più e Prandi, reduce anche dal licenziamento e dal ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza, era andato ad abitare con il padre. Con moglie e figlie, permanevano ovviamente dei rapporti, anche di tipo economico, causa di discussioni. Lo accusano di averle sottoposte a malversazioni, ingiurie e minacce: inizialmente il capo d’imputazione era stato individuato in stalking, poi riqualificato in maltrattamenti familiari in considerazione del rapporto di parentela e vicinanza che era ovviamente rimasto. A mettere il fermo alla situazione era stato l’arresto dell’uomo, nel luglio del 2021 per l’omicidio del padre.

Tutto era accaduto nell’appartamento di via Colombo, a Ostiglia.

Durante l’interrogatorio nel procedimento di primo grado a Mantova, aveva cercato di spiegare l’omicidio come il punto estremo di una situazione di forte stress.

L’omicidio

Dopo la fine del matrimonio, la convivenza con il padre con cui sosteneva di aver avuto un rapporto ottimo, le figlie che non riusciva a vedere, la morte della madre, il ritiro della patente e poi il licenziamento da manager nel settore dell’informatica, e infine l’abbandono della nuova compagna. Una vita scaravoltata in pochi mesi.

Aveva affermato di essere stato in preda a un black out, come se non fosse lui ad agire e di non riuscire a mettere a fuoco la precisa sequenza dei gesti. Aveva ricordato che non riusciva a dormire per il caldo e per il volume troppo alto del televisore. Dopo che il padre si era rifiutato di abbassarlo mandandolo a quel paese, buio totale. E si era ritrovato con il coltello sporco di sangue in mano. Così lo avevano trovato i carabinieri, chiamati da lui.

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