Nel 2024 elezioni per tre miliardi di persone. E nessuno sa se e quando
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Sul calendario del 2024, tutti i giorni sono rosso guerra, perché le date della pace, in Medio Oriente e in Ucraina, nessuno è in grado di scriverle ora e nessuno sa neppure se arriveranno: sperare è sterile, se non ci sono azioni positive per innescare cessate-il-fuoco e negoziati; e, al momento, non se ne vedono.
L’impotenza – o la faziosità – dei principali organi della governance mondiale, confermate nel 2023, saranno difficilmente superate nel 2024: una riforma dell’Onu non è immaginabile in tempi brevi; G7 e G20 hanno tare originarie di rappresentanza e di efficienza non sanabili; e gli schizzi appena accennati di un nuovo ordine internazionale alternativo mancano – ancora? – di omogeneità e funzionalità. L’Italia, alla presidenza di turno del G7, avrà comunque una particolare responsabilità.
Le date delle elezioni più importanti, invece, sono già definite: il 17 marzo, presidenziali in Russia, senza pathos perché vincerà Vladimir Putin; tra aprile e maggio, politiche in India, la democrazia più grande al mondo; dal 5 al 9 giugno, elezioni europee per il rinnovo del Parlamento europeo, che faranno da prologo al rinnovo in autunno dei vertici delle Istituzioni europee; il 5 novembre, presidenziali e politiche negli Stati Uniti.
Ma l’elenco dei voti è molto più lungo: per citarne alcuni, la Gran Bretagna, dove, però, ad arbitrio del governo, il voto potrebbe slittare fino al gennaio 2025; nell’Ue, Portogallo, Belgio e in autunno l’Austria; il Messico, dove il 2 giugno due donne si contenderanno la successione di Andres Manuel Lopez Obrador; e poi ancora Taiwan il 13 gennaio, l’Iran a marzo, la Bielorussia.
Complessivamente, saranno coinvolte circa tre miliardi di persone in quasi 50 Paesi. In Italia si voterà, oltre che per le europee, per regionali e amministrative – circa 3.700 i comuni toccati.
Russia Le elezioni sono una formalità: la rielezione di Putin, candidato a un quinto mandato – e potrebbe non essere l’ultimo: ha 71 anni e non ci sono limiti costituzionali al suo potere – appare scontata. Il leader russo, che dopo l’invasione dell’Ucraina pareva ridotto al rango di un paria, ha man mano ritrovato margini di manovra, con la Cina, con i Brics che – nel 2024 – dovranno confermare e precisare il loro allargamento, da ultimo con le missioni nella penisola arabica.
Lo scoppio del conflitto tra Israele e Hamas ha poi retrocesso l’Ucraina, nell’attenzione dei media e delle opinioni pubbliche, al ruolo di ‘altra guerra’ e ha accentuato una certa stanchezza dell’aiuto dell’Occidente a Kiev, dove le elezioni presidenziali, che dovevano svolgersi a marzo in parallelo con quelle russe, sono state rinviate a data da destinarsi. Il 2024 potrebbe vedere l’accantonamento dell’obiettivo della riconquista dei territori occupati: l’alternativa, cercare di migliorare le posizioni in vista di un negoziato, in un contesto di conflitto di…
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