Mantova, gli Zago assolti in appello: «Nessun abuso edilizio»

Condannati in primo grado a quattro mesi per alcuni camini e un filtro dell’aria, Bruno e Franceco Zago sono stati prosciolti dall’accusa di illecito paesaggistico connesso ai lavori di ristrutturazione dell’ex cartiera Burgo realizzati tra il 2017 e il 2018 quando lo stabilimento venne riaperto dal gruppo Pro-Gest.

Le assoluzioni

La sentenza di assoluzione è stata emessa dalla prima sezione penale della Corte d’appello di Brescia il 21 dicembre. A darne notizia è stato ieri l’avvocato Alberto Mascotto, legale rappresentante di Bruno e Francesco Zago, padre e figlio rispettivamente presidente e amministratore delegato del gruppo Pro-Gest. «Prendiamo atto con soddisfazione – ha dichiarato il legale in una nota – della sentenza che sancisce il proscioglimento di Bruno e Francesco Zago in relazione al presunto illecito paesaggistico connesso ai lavori di ristrutturazione dell’ex cartiera Burgo. La sentenza testimonia una volta di più la piena conformità urbanistica, paesaggistica e monumentale di tutti i lavori condotti da Pro-Gest durante il processo di ristrutturazione della cartiera». All’assoluzione di Bruno e Francesco Zago si accompagna anche il completo proscioglimento del progettista, ingegner Giuseppe Ruscica, difeso dall’avvocato Vincenzo Pellegrini. «La sentenza della Corte d’appello di Brescia – si legge in una nota dell’azienda – ha pronunciato il suo proscioglimento in relazione alle opere oggetto di dibattimento, ovvero alcuni camini ed un filtro d’aria di piccole dimensioni. Le altre opere erano state già oggetto di proscioglimento in primo grado con sentenza del 12 aprile 2022, che aveva già assolto i signori Zago rispetto alla quasi totalità delle accuse».

La vicenda

I controlli della polizia locale erano scattati il 18 luglio 2018 a seguito di una foto pubblicata sulla Gazzetta che ritraeva i camini della facciata nord della cartiera. Il 15 gennaio 2021 era iniziato in tribunale a Mantova il processo a Bruno Zago e ad altri undici imputati per presunte violazioni in materia edilizia e ambientale commesse durante i lavori di ammodernamento degli impianti della cartiera ex Burgo. Oltre all’ad Francesco Zago, erano finiti sotto accusa anche dirigenti della società, progettisti e responsabili delle aziende che avevano avuto in appalto i lavori. I magistrati contestavano presunte violazioni legate agli interventi di ristrutturazione della fabbrica sospesa firmata dall’architetto Nervi, necessari per il riavvio dello stabilimento. Non tutti i capi d’accusa costruiti dalla procura, sulla base delle indagini del nucleo di polizia edilizia della polizia locale di viale Fiume, erano però diventati oggetto del procedimento: il giudice aveva stralciato alcune ipotesi di reato riferite a presunti abusi edilizi che erano già stati sanati, per le quali era stato disposto il non luogo a procedere – la sanatoria in questi casi estingue il reato – e altre presunte irregolarità commesse durante l’ammodernamento degli impianti, per cui è prevista l’oblazione.

Condanne annullate

Emessa il 12 aprile dello scorso anno, la sentenza di primo grado aveva condannato per quei camini troppo…