Borgo Virgilio pioniere della lotta alla plastica: no ai palloncini lanciati in aria

Obiettivo zero plastica, o quasi. Dopo essere stato premiato, in marzo, come Comune Plastic Free tra i quattro in tutta Italia a ottenere il punteggio massimo di “tre tartarughe”, prosegue l’impegno dell’amministrazione di Borgo Virgilio a difesa dell’ambiente e del territorio.

Con un’ordinanza è stato, infatti, introdotto il divieto di disperdere volutamente palloncini gonfiati a elio, lanterne cinesi, coriandoli di plastica. Il Comune di Borgo Virgilio è il primo nella provincia di Mantova a introdurre questo tipo di misura e, in Lombardia, a Monza e Brugherio (MB) e Barzana (BG).

Palloncini, lanterne cinesi e coriandoli in plastica, se lasciati salire in cielo o sparpagliati per terra, si trasformano in frammenti incontrollati altamente dannosi, inquinanti per il suolo e per il mare, che possono essere letali se ingeriti da animali come uccelli e pesci, ma entrando nella catena alimentare come microplastiche, divengono un pericolo anche per l’uomo.

Le cosiddette lanterne cinesi, poi, precipitando al suolo dopo il rilascio, possono causare incendi e danni a persone, animali o proprietà pubbliche e private.

«Ringraziamo l’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Aporti che dimostra, ancora una volta, il proprio impegno concreto a difesa del territorio e dell’ambiente – dichiara Giulia Agazzani, referente provinciale di Plastic Free Onlus, l’organizzazione impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento di plastica – Sposando la nostra campagna, presentata lo scorso maggio anche a Montecitorio, il Comune di Borgo Virgilio compie un gesto di civiltà, portando tutti a riflettere su un gesto spesso inconsapevole e innocente che comporta numerose conseguenze dannose».

«È inevitabile che ciò che vola in alto, torni giù. Si tratta di una minaccia molto più frequente di quanto non si immagini: basti pensare che i pezzi di palloncino costituiscono l’80% di rifiuti trovati all’interno dello stomaco delle tartarughe marine analizzate da una ricerca dell’Università del Wales Swansea nel Regno Unito. Ci auguriamo che sensibilizzando sempre più persone si possano cambiare queste abitudini errate», conclude Agazzani.