È stato usato l’editing genetico per abbassare il colesterolo nell’uomo

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Per la prima volta, una variante della tecnica CRISPR ha permesso di far ritornare nei ranghi i livelli di “colesterolo cattivo” (LDL) in alcuni pazienti affetti da una condizione genetica che ne facilita l’accumulo. L’editing di basi, un tipo di editing genetico finora riservato alla ricerca di cure contro le malattie rare, ha permesso di disabilitare un gene che ha un ruolo chiave nell’ipercolesterolemia, l’eccesso di colesterolo nel sangue, uno dei principali fattori di rischio per le malattie cardiovascolari.

La ricerca che ha l’obiettivo ambizioso di offrire una protezione duratura contro le malattie cardiache con una singola iniezione, è stata condotta dalla Verve Therapeutics, un’azienda di biotecnologie di Boston specializzata nella salute del cuore, che ha presentato i risultati del suo studio clinico di fase 1 (volto a fornire una prima valutazione sulla sicurezza della terapia) nel corso del meeting dell’American Heart Association il 12 novembre.

In che cosa consiste la cura. Dieci pazienti di età media di 54 anni affetti da ipercolesterolemia familiare, una malattia ereditaria che provoca livelli estremamente elevati di colesterolo nel sangue, si sono offerti come volontari per un trattamento tentato finora, con successo, soltanto in primati non umani, che prevedeva di alterare in modo permanente il DNA per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue.

Attraverso una singola infusione, hanno ricevuto nanosfere lipidiche contenenti un’invisibile “fabbrica molecolare” per correggere un singolo gene nel fegato, l’organo dove avviene la sintesi del colesterolo. Il gene nel mirino è il PCSK9, che innalza i livelli di colesterolo “cattivo” o LDL (Low Density Lipoproteins, lipoproteine a bassa densità). Un’elevata quantità di LDL aumenta la quantità e lo spessore delle placche aterosclerotiche che induriscono e otturano le arterie.

Cancella e riscrivi. Raggiunto il nucleo delle cellule del fegato, le nanosfere si sono aperte rivelando il loro prezioso contenuto, protetto fin lì dalla degradazione istantanea: due molecole di RNA – un editor genetico e una piccola guida che lo ha diretto sulla sequenza da correggere. L’editor di basi ha sostituito una singola lettera sulla sequenza di basi del gene PCSK9, scambiando un’adenosina con una guanina. Così mutato, il gene si è di fatto “spento” e ha smesso di produrre proteine.

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