Il Po rallenta un poco, l’emergenza prosegue sugli affluenti

Sta iniziando a rallentare la piena del Po che ha visto il fiume salire oltre la prima soglia di allerta posta a 5 metri sopra lo zero di Borgoforte. Alimentato dalle forti piogge dei giorni scorsi, i fiumi alpini si sono gonfiati, così come i laghi alto lombardi scaricando poi enormi quantità di acqua nell’unico recettore, il po, che si è ingrossato nel giro di pochi giorni. Una situazione normale durante l’autunno, dove le piogge si intensificano ed i fiumi si gonfiano. Le tre maggiori piene del più grande fiume italiano, 195, Duemila e 1994, si sono tutte verificate a cavallo tra la fine di ottobre e i primi di novembre. Ma la situazione da qualche anno era diventata rara. Sia nel 2021 che nel 2022, di fatto, sono mancare le piene autunnali ed in primavera 2022 anche la cosiddetta “mezza piena” o “morbida”, causata dallo scioglimento delle nevi. Per questo era da tempo che le golene non venivano allagate. Proprio questo fenomeno. L’allargamento del fronte d’acqua con il salire dei livelli, ha favorito il rallentamento dell’ondata che è entrata in fase di stanca ed ha raggiunto il colmo a monte del Mantovano già ieri nelle prime ore del mattino. I livelli a Borgoforte si sono mantenuti comunque sostenuti. Questo per lo scarico degli affluenti appenninici, Parma, Enza (nel Reggiano) e Secchia (nel Modenese) tutti ancora pingui d’acqua e che hanno provocato diffusi allagamenti nel transito del colmo di piena. Sul Secchia, in particolare, l’idrometro di Bondanello si è mantenuto sopra i 9 metri, calando solo leggermente. Livelli critici con il raggiungimento della seconda sogia di allarme per l’Oglio, con il ponte di chiatte alla foce, a Torre d’Oglio, che è rimasto ancora chiuso.