Con “Riverscape” Paterlini indaga il suo rapporto con i fiumi

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Il 6 ottobre è uscito “Riverscape”, il nuovo album del musicista, compositore e pianista mantovano Fabrizio Paterlini. Un progetto legato ad un incontro importante con la fotografa olandese Kristel Schneider. «Ci siamo conosciuti alcuni anni fa. Ho visto i suoi lavori, che mi sono subito piaciuti. A quel punto lei mi ha mandato del materiale fotografico. Il tema era il fiume, in particolar modo il fiume francese Allier. Quello che lei non poteva sapere è che io, da anni, vivo nelle campagne mantovane, vicino al grande fiume, il Po. Da sempre cammino sulle sue rive, solo o con i miei figli. Era un modo per lavorare a stretto contatto con la natura, ma anche con la terra mantovana, che io porto sempre con me, nei miei lavori, nell’ispirazione. Non potrei scrivere e comporre la mia musica se non fossi in questo ambiente particolare».

Nasce così “Riverscape”, una suite di tredici brani dove Paterlini, conosciuto e stimato per i suoi progetti di piano solo, lavora in modo diverso.

«Lo faccio capire già dalla prima traccia dell’album – “Droning Down The River”, dove non c’è il pianoforte, perché voglio che i miei ascoltatori sappiano subito che questo è un lavoro diverso. Il pianoforte in questa traccia è volutamente assente ; ci sono questi suoni di sintetizzatori, e queste onde, che rimandano al mondo sonoro del fiume. Il Po è diverso dal corso d’acqua francese delle foto di Schneider, e così ho lavorato mescolando queste sensazioni. Ecco perché al piano si aggiungono gli archi e suoni elettronici. Sono totalmente affascinato dalle storie che nascono intorno al fiume, storie di uomini, donne, paesi, paure e speranze che nei secoli questo luogo incredibile ha portato ai suoi abitanti».

“Rivers’s Voice” è uno dei tre brani di piano solo dell’album. «È un pezzo di pura improvvisazione. Come la sentite è stata eseguita. Io stesso ho dovuto reimpararla per suonarla dal vivo nella serie di concerti che, a breve, mi vedranno in Spagna, Turchia, Germania e, poi, speriamo in Italia e a Mantova».

Per contraltare, invece, “Isolated”, settima traccia del lavoro, «è un brano tutto solo elettronico, un omaggio a Max Richter e al suo modo di creare incastri narrativi con queste suggestioni. Ad un primo ascolto sembra un pezzo fuori contesto, e invece serve come raccordo». “Spring Tales” è la composizione più mantovana, quella dove il Po, i suoi ritmi, le sue nebbie e la sua anima, si sentono di più.

«Amo la mia terra, mi ha dato tanto e traggo da qui tanta ispirazione. Sono contento che in questo brano si senta». Il disco, cd e vinile, è in commercio dal 6 ottobre e si può acquistare su https://fabriziopaterlini.bandcamp.com/album/riverscape.

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