Marcia della pace senza bandiere: Mantova chiama tutte le religioni

In silenzio per la pace. È il titolo della manifestazione che la diocesi di Mantova ha promosso per domani alle 18.45. Sarà una marcia silenziosa, per le vie del centro, a favore della pace e contro tutte le guerre. Senza bandiere, senza slogan, senza comizi, «una marcia apartitica e apolitica – spiegano gli organizzatori – si sfilerà in silenzio per esprimere in profondità il nostro più umano desiderio di vita e di pace».

Nella locandina che promuove l’iniziativa non si fa alcun cenno al massacro di Hamas e alla reazione israeliana, ma ci pensa Matteo Amati, direttore della Caritas, a fare chiarezza: «La scintilla per organizzare questa marcia è quanto sta accadendo in Israele e nella striscia di Gaza – afferma – ma nasce dalla volontà di ricordare tutti i popoli afflitti dalle guerre: sono 57 i conflitti nel mondo dimenticati. Abbiamo scelto il silenzio in contrasto al rumore della guerra, perché di fronte alle violenze è il momento della riflessione, è il primo passo per costruire davvero la pace. Durante la marcia distribuiremo un volantino con brani apolitici e aconfessionali sul tema della convivenza fra popoli. Anche il momento di preghiera ecumenica in Duomo vogliamo che sia aperto a tutti perché la pace non appartiene a nessuno ma è assolutamente trasversale».

L’appuntamento è per le 18.45 in piazza Martiri. Il corteo sfilerà per il centro per arrivare in Duomo dove, alle 19.30, si terrà la preghiera ecumenica. Alla marcia del silenzio hanno aderito 32 associazioni, tra cui l’Agorà delle religioni, il tavolo che raccoglie tutte le confessioni e che consentirà a ebrei, musulmani e cristiani di sfilare fianco a fianco. Ci saranno anche Cgil e Cisl, il Comune di Mantova, i ragazzi di Friday for future e gli scout. Si cerca il dialogo a partire da una questione, quella palestinese, che da decenni divide il mondo e che emerge con forza dalla marcia. «Faremo di tutto per essere in piazza – dice Atif Nazir, vicepresidente del centro culturale islamico pakistano di Suzzara – anche se avevamo un evento organizzato da un mese. Noi condanniamo quello che c’è di violento da una parte e dall’altra e facciamo tutto quello che è possibile per aprire il dialogo. Questa guerra tra israeliani e palestinesi va avanti da anni e credo che bisogna spiegare alla gente che cosa c’è dietro a questo conflitto. Soprattutto, bisogna far sedere le parti a uno stesso tavolo, ma finora nemmeno l’occidente ci è riuscito. Bisogna dire le cose come stanno, senza prendere posizione».

Anche la comunità ebraica sarà alla manifestazione. Ad annunciarlo è il presidente Aldo Norsa: «È una manifestazione per la pace – afferma – e noi siamo per la pace». Non ci sarà, invece, Hammadi Ben Mansour, mediatore culturale e collaboratore dei tre centri islamici di Mantova (Lunetta, Valletta Valsecchi e Porto Mantovano) «ma solo perché nessuno ci ha invitato. Io sono a Mantova da trent’anni ma non ho mai sentito parlare di Agorà delle religioni». Quanto alla guerra tra israeliani e palestinesi, «sono settant’anni che va avanti e i massacri ci sono sempre stati. Il mondo non ha mai avuto alcuna…