Stati Uniti, i repubblicani cacciano il loro leader alla Camera McCarthy-

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE
NEW YORK — Lo speaker repubblicano della Camera Kevin McCarthy, 58 anni, figlio di un pompiere di Bakersfield, in California, è il personaggio della vita reale a cui si ispirò Kevin Spacey quando si preparava al suo ruolo in «House of Cards». Ispirerà senz’altro nuovi film e serie tv, poiché ieri è entrato nella Storia: è il primo speaker della Camera ad essere destituito. Non era mai successo negli Stati Uniti.

Repubblicani contro repubblicani, in un momento storico e surreale. Con 216 voti a favore e 210 contrari, McCarthy ha perso la poltrona per iniziativa di un manipolo di «ribelli» dell’ultradestra del suo stesso partito, capeggiati dal deputato della Florida Matt Gaetz, che ha presentato domenica la mozione per destituirlo. Data la risicata maggioranza repubblicana alla Camera (221 contro 212), sono bastati a segnare la sua fine appena otto voti repubblicani, uniti a quelli dei democratici presenti (c’erano alcuni assenti), che in blocco hanno rifiutato di difenderlo. «E adesso?», domandava alla fine, ad alta voce, un deputato repubblicano. Patrick McHenry, alleato di McCarthy, è speaker ad interim, ruolo cerimoniale che consiste nell’indire il voto per il successore, previsto la prossima settimana; McHenry ha chiuso la seduta, battendo il martelletto con tale violenza che qualcuno ha detto che «sembrava voler colpire la testa di Matt Gaetz».

La Camera è paralizzata, mentre il Congresso deve ancora passare la legge per finanziare il governo dopo metà novembre se si vuole evitare lo «shutdown». Ma non è chiaro chi potrà davvero sostituire McCarthy e governare l’ultradestra. McCarthy ha annunciato ieri notte che non cercherà di tornare speaker. I ribelli repubblicani sono arrabbiati l’approvazione dei finanziamenti al governo fino al 17 novembre con l’aiuto dei democratici; perché non ha assicurato tagli più consistenti alla spesa federale; lo hanno accusato di avere accordi segreti con Biden per finanziare Kiev; ma dietro il suo rovesciamento ci sono anche vanità e vendette personali. Gaetz è un fedelissimo di Trump ma altri trumpiani sono rimasti al fianco di McCarthy. Trump ha scritto sui social: «Perché i repubblicani lottano sempre tra loro anziché contro l’estrema sinistra democratica?». Ma stavolta non è intervenuto personalmente nella faida, a differenza che a gennaio quando telefonò ad alcuni deputati per convincerli a votare per «il mio Kevin». Ci vollero 15 votazioni, e vinse solo dopo aver accettato un cambio di regole, che permetteva che un singolo deputato potesse presentare una mozione per destituirlo: è ciò che ha fatto Gaetz.

Il dilemma dei democratici, che certo non nutrono simpatia per Gaetz, era se appoggiare o meno McCarthy. Alla fine il loro leader alla Camera, Hakeem Jeffrey, li ha istruiti a non opporsi alla sua destituzione affermando che lo speaker ha fallito «nel prendere le distanze dall’estremismo dei Make America Great Again». I democratici dicono che molteplici vicende, inclusa la sua opposizione alla Commissione sul 6 gennaio, mostrano che di lui non ci si può fidare. I…