Bracconieri, lupi e cinghiali: in un anno 4.500 controlli
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Tra lupi, cinghiali, granchi blu (disinvolti anche in acqua dolce) e gamberi rossi della Louisiana pare di stare in una landa aspra o in un mondo fantastico. Invece è la pianura che muta pelle con la dissennata complicità dell’uomo, vedi alle voci “inquinamento antropico” e “cambiamento climatico”. A vigilare sul nostro spicchio di provincia (e dall’anno scorso anche sulla porzione di Cremona) sono i carabinieri forestali, così dal 2017 quando il Corpo fu assorbito dall’Arma. L’occasione per abbozzare un bilancio e tracciare una rotta è offerta dall’arrivo della nuova comandante del Nipaaf – il Nucleo investigativo polizia ambientale agroalimentare e forestale – Irene Dipollina (leggi articolo a lato). Al suo fianco il colonnello Alberto Ricci, comandante provinciale.
Le cifre
Sotto il comando di Ricci, tra Mantova e Cremona, si contano ventitré militari, organico sottotono di un buon venti per cento: dovrebbero essere in trenta, ma la situazione è in graduale miglioramento. Tre le stazioni nella nostra provincia, di recente ribattezzate in “nuclei”, a Castiglione delle Stiviere, Goito e Mantova, in via Pomponazzo, dove i forestali condividono un palazzo storico con l’Agenzia delle Entrate e la Corte di giustizia tributaria. Nel 2022 le attività di controllo, anche in chiave didattica e preventiva, sono state 4.500, che si sono tradotte in quattrocento sanzioni di carattere amministrativo e centocinquanta denunce per reati penali.
Gli illeciti più frequenti
Quali gli illeciti più frequenti? «Senza voler puntare il dito sulla categoria, ci sono molte norme sottovalutate e disattese nell’ambito delle attività agricole e zootecniche – risponde Ricci – Ad esempio, quelle sullo spandimento dei reflui, che dovrebbero essere interrati entro dodici ore». E invece. Ecco da dove arriva il tanfo di letame e ammoniaca che spesso ammorba la città. Nell’elenco degli illeciti più praticati, anche l’inquinamento atmosferico e i prelievi d’acqua irregolari, in barba alla siccità. Sotto la lente è ricomparso pure il bracconaggio ittico: dopo un periodo di tregua, i pescatori di frodo sono tornati alla carica e sembrano aver allestito basi più vicine rispetto alle bande degli anni passati, quando si muovevano dal delta del Po.
Lupi e cinghiali
Tra i compiti dei forestali, in accordo con Regione Lombardia, c’è anche il monitoraggio dei lupi in pianura. «Abbiamo avuto diverse segnalazioni di lupi in dispersione – riferisce il comandante provinciale – ovvero, esemplari giovani che attraversano la nostra provincia in cerca di nuovi territori. Quanto a eventuali branchi o coppie stabili, non ci sono evidenze ma arrivano segnali dalle zone boscate, come i parchi del Mincio e dell’Oglio, e anche dall’area di Monzambano». Va meglio con i cinghiali: ce ne sono anche qui, nell’area di Porto Mantovano, di Marmirolo e delle Colline Moreniche, ma meno che altrove in Lombardia. Non abbastanza, però, per scongiurare la minaccia della peste suina. Occhi sempre aperti.
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