Niente fiducia a Feijóo, prova Sánchez La Spagna sull’orlo di nuove elezioni-

Il leader del Partito popolare spagnolo Alberto Núñez Feijóo., non ottiene la fiducia delle Cortes per formare il nuovo governo nella seconda e definita votazione parlamentare: il voto in auta si è concluso con 172 voti a favore, 177 contro e uno nullo. Una sconfitta annunciata. Il leader del Pp, che ha vinto le elezioni lo scorso 23 luglio, ma non ha la maggioranza in Parlamento, ha comunque voluto presentarsi per l’investitura in aula. «Ci ha fatto soltanto perdere tempo» ha detto il suo avversario, l’attuale premier socialista Pedro Sánchez. Ora sarà il suo turno: ha due mesi di tempo per tentare di raccogliere i voti necessari per formare un nuovo governo. Indispensabile il sostegno dei nazionalisti catalani che lo condizionano però ad una amnistia e un referendum sull’auto-determinazione della Catalogna. Sulla prima questione ci sono ampi margini di trattativa, sulla seconda il Psoe ha ribadito un fermo no. Vediamo per punti qual è la situazione politica e come può evolvere.

Gli strali di Feijóo, le minacce di Abascal

Chiudendo il suo discorso alla Camera, Feijoo ha lanciato un duro attacco diretto a Sánchez: «Non c’è alcun successo nell’inganno e nella menzogna. Se la sua volontà è di continuare con questa degradazione morale e politica sarà una sua responsabilità o irresponsabilità. Io non voglio essere presidente ad ogni costo… Adesso è tempo di sapere se Lei vuole essere presidente del governo a costo della dignità e dell’uguaglianza degli spagnoli», un chiaro riferimento alla possibile amnistia nei confronti dei separatisti catalani che Sánchez potrebbe concedere per ottenere il loro voto di fiducia. Ancora più minaccioso l’intervento del leader di Vox, Santiago Abascal: «Il popolo spagnolo ha il diritto di difendersi, dopo non si mettano a piagnucolare se accade».

La fiducia negata

Fumata nera per il candidato popolare alla presidenza del governo, Alberto Núñez Feijóo: il voto di venerdì è stato una replica di quello del martedì, quando si è svolta la prima votazione del dibattito di investitura. Il 26 settembre aveva ottenuto 172 a favore — Pp (137), estrema destra di Vox (33), Coalición Canaria (1)e Union del Pueblo Navarro (1)— e 178 contrari — PSOE (121), sinistra radicale di Sumar (31), Esquerra Republicana de Catalunya (7), Junts per Catalunya (7), EH Bildu (6), Partito nazionalista basco (5) e Blocco nazionalista gallego (1). Venerdì, in cui sarebbe bastata la maggioranza semplice, la votazione si è chiusa 172 a 177, con un voto nullo.

Vox, l’alleato scomodo

Dalla vittoria elettorale di due mesi fa, il leader dei popolari ha cercato il sostegno necessario in tutto l’arco parlamentario, arrivando anche a proporre una sorta di patto di non belligeranza ai socialisti del Psoe. Respinto al mittente. Gli unici alleati certi sono stati i tre partiti che hanno votato sì alla fiducia. In particolare l’estrema destra di Vox, con cui il Pp sta già governando in diversi comuni e alcune regioni spagnole, dopo le amministrative di maggio. Queste settimane di negoziati non si sono rivelate fruttuose. Alcuni potenziali alleati, come il Partito…