Ucraina, la diretta – Kiev: “La guerra non finirà in primavera”. Il dirigente

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Il braccio destro di Stoltenberg rettifica: “Errore le mie frasi su cessioni ucraine”

“Le dichiarazioni facevano parte di un dibattito più ampio sui possibili scenari futuri in Ucraina e non avrei dovuto dirlo in quel modo. È stato un errore”. Così Stian Jenssen, capo di gabinetto del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, rettifica le sue parole di ieri che sembravano subordinare l’ingresso dell’Ucraina nella Nato ad una sua cessione di territori alla Russia. Jenssen sottolinea che la situazione sul terreno “sarà centrale” per qualsiasi risoluzione del conflitto, e per questo la Nato continua a sostenere militarmente Kiev per migliorare la sua posizione negoziale. Inoltre, il braccio destro di Stoltenberg ha riaffermato l’impegno per la sicurezza a lungo termine dell’Ucraina: “Siamo interessati a garantire che non succeda di nuovo una volta finita la guerra, indipendentemente da come finisca”.

Le dichiarazioni di Jenssen, citate dal giornale norvegese Vg, ieri avevano immediatamente provocato la reazione delle autorità di Kiev: “È ridicolo, questo significa scegliere deliberatamente la sconfitta della democrazia, cedere ad un criminale globale, proteggere il regime russo, distruggere il diritto internazionale e rimandare la guerra alle prossime generazioni”, aveva dichiarato il consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak.


La Wagner registrata come impresa in Bielorussia

La brigata Wagner, la compagnia militare privata russa che a giugno si è ribellata al comando di Vladimir Putin – cessando i combattimenti in Ucraina – è stata iscritta nel registro delle imprese della Bielorussia, dove la sua attività è stata classificata sotto la voce “altri tipi di istruzione”. Lo riferisce l’agenzia statale russa Ria Novosti. Nelle scorse settimane il presidente di Minsk, Aleksandr Lukashenko, aveva comunicato che la Wagner contribuisce alla formazione delle truppe bielorusse.


La Russia espelle corrispondente di “Politico”: è la prima da inizio guerra

La corrispondente a Mosca di Politico Europe, Eva Hartog, è stata espulsa dalla Russia. Lo rende noto la testata. Hartog, già direttrice del Moscow Times (giornale indipendente in lingua inglese), è stata informata lunedì dal ministero degli Esteri della decisione di non rinnovare il suo visto, con la concessione di sei giorni per lasciare il Paese (da cui è già uscita). A Hartog è stato detto che la decisione era stata presa dalle “autorità competenti”, senza ulteriori informazioni in merito: si tratta della prima giornalista straniera a essere espulsa dalla Russia dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina.


Intelligence Kiev: “La Russia non vuol far esplodere…

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