L’obesità modifica il cervello in modo permanente

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Se quando mangiamo riusciamo a un certo punto a fermarci, anche davanti a un piatto delizioso, è grazie alla capacità del cervello di avvertire la presenza di nutrienti nello stomaco e usare questa informazione per regolare l’appetito.

Nelle persone con obesità questo meccanismo sembrerebbe alterato: l’assunzione di zuccheri e grassi sembra provocare una risposta diminuita nel cervello dei pazienti con importanti problemi di peso, e questo spiegherebbe perché è così difficile controllare la fame. Oltretutto, secondo la ricerca pubblicata su Nature Metabolism, questi cambiamenti sarebbero irreversibili.

Quale reazione? Il gruppo di scienziati guidato da Mireille Serlie, endocrinologa dell’Università di Yale, era interessato a capire in che modo grassi e zuccheri sollecitino le aree del cervello coinvolte nei vari aspetti piacevoli legati all’assunzione di cibo (il senso di sazietà, di benessere e di ricompensa che proviamo mangiando qualcosa che ci piace), senza lasciarsi confondere dall’influenza che il gusto e l’olfatto possono esercitare su questa relazione.

I ricercatori hanno perciò infuso glucosio e grassi direttamente nello stomaco di 28 volontari normopeso (con un indice di massa corporea uguale o inferiore a 25) e di 30 persone con obesità (indice di massa corporea uguale o maggiore di 30). Hanno poi valutato l’attività cerebrale di ciascuno usando la risonanza magnetica funzionale (fMRI).

Si sono concentrati in particolare sullo striato, una regione cerebrale che regola il desiderio di cercare e consumare i cibi a cui siamo interessati e che ha anche un ruolo nella formazione delle abitudini: lo striato svolge queste funzioni anche attraverso il neurotrasmettitore dopamina, i cui livelli nel cervello sono stati misurati dai ricercatori 30 minuti dopo le infusioni.

Ingresso di cibo: registrato! La dopamina è coinvolta nella costruzione della sensazione di ricompensa che traiamo dal consumo di cibo e nei processi che ci aiutano a sentirci sazi quando abbiamo mangiato abbastanza.

Nei partecipanti normopeso, dopo le infusioni di zuccheri e grassi i livelli di dopamina sono saliti, e l’attività dello striato è diminuita: dunque i circuiti della ricompensa si erano attivati (aumento dopamina) ma allo stesso tempo non c’era più bisogno di cercare altro cibo (senso di sazietà: da qui la riduzione di attività dello striato).

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