«Ha ordinato di colpire i miei uomini»
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Il volto tumefatto, la voce bassa, le palpebre che sbattono nervosamente, i sospiri, le risposte secche a domande lapidarie. Un doloroso canovaccio. Il video dell’interrogatorio a cui i mercenari Wagner sottopongono il tenente colonnello Roman Venetivin, comandante della 72a Brigata meccanizzata fucilieri dell’esercito russo, è lo specchio dello scontro senza quartiere che dilania le diverse anime dell’armata imperiale di Putin.
LA CONFESSIONE
Venetivin confessa di avere ordinato di far fuoco contro le colonne del gruppo Wagner che si lasciavano alle spalle Bakhmut, mesi e mesi di corpo a corpo in quella che è al momento la più sanguinosa battaglia combattuta in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa. I generali ucraini lo avevano pronosticato: il giorno in cui le truppe mercenarie di Prigozhin avessero lasciato il fronte non per avanzare ma per arretrare, sarebbero state colpite dai fratelli coltelli del ministero della Difesa. Una vendetta covata nelle ultime settimane in cui l’ex chef di Putin a capo di Wagner ha scagliato via social le sue invettive contro il ministro Shoigu, il capo di stato maggiore Gerasimov, il Cremlino e le élite moscovite e sanpietroburghesi.
Il 17 maggio, vicino al villaggio di Semigorye, gli uomini di Venetivin avrebbero sparato sui «musicisti» di Wagner per «l’antipatia personale» che il loro comandante ammette ora di nutrire verso Prigozhin. Aggiunge che era ubriaco, a parziale discolpa. E un canale Telegram russo, Sirena, fa sapere di avere verificato l’identità e scoperto che l’ufficiale, 45 anni, fatto prigioniero dai Wagner, ha lavorato in una società di sicurezza privata a Nizhny Novgorod e dieci anni fa ha dovuto consegnare la patente per guida in stato di ebbrezza. Un episodio minore e una figura minore, se non fosse che Prigozhin espone un ufficiale russo alla gogna mediatica. Da Belgorod, la cittadina frontaliera vittima di raid e incursioni dei «partigiani russi» anti-Putin, questi ultimi…
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