La traversata tra i grattacieli di Milano, parla il funambolo Loreni: «La paura?

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Naso all’insù. Non per vedere gli imponenti grattacieli di quella Milano «dove tutto è esplicito, chiaro, fatto per apparire». Ma per osservare l’impresa di Andrea Loreni, l’unico funambolo italiano specializzato in camminate a grande altezze, andata in scena ieri, 26 maggio, tra i palazzi di Gae Aulenti. Con una corda in dyneema di 20 millimetri di diametro, posta a 140 metri da terra e un’asta di equilibrio, il funambolo ha camminato per una distanza di 205 metri per arrivare dal Bosco Verticale alla torre Unicredit, l’edificio più alto d’Italia. Per questa traversata, Andrea si è preparato accogliendo la paura del fallimento. «Stando in ansia», dice a Open. «Fa parte del mio percorso: averne un po’ e stare in questa paura per vedere cosa succede, per vedere dove ti porta». Non gli interessa combatterla, vincerla. Oltre a quella, c’è però tutto un altro mondo. «A volte c’è un bel senso di libertà, di ampiezza, di grande spazio. E tu, non è che sei dentro quello spazio, tu sei lo spazio», ci confida. Il primo passo sulla fune è stato ovviamente il più importante. «È il momento in cui devi decidere di partire e lasciare dietro di te il terreno conosciuto». Ma la preparazione non è stata da meno. Il pensare alla traversata prima di farla «è stata una fase molto complessa, perché è lì – dice – che si incasinano un po’ di cose». In quel “lì” «inizio a metterci dentro tutte le preoccupazioni, tutti i pensieri negativi, le cose che potrebbero andare storto e in quel momento andare avanti, continuare per poi realizzare l’impresa è tosto». Ma una volta sulla corda, a così tanti metri di altezza, ad essere centrale è il corpo «perché – ci spiega – sono i piedi che mi portano dall’altra parte. La testa ci porta di solito altrove rispetto a dove siamo: passato, futuro, rimpianti, rimorsi. Quindi la testa conta nel momento in cui diventa un ostacolo che deve essere in qualche modo rimosso, o meglio non ascoltato». Loreni, lunga barba bianca e occhi azzurri cielo, ha aperto la seconda edizione di Bam Circus – Il Festival delle Meraviglie al Parco, ideato e diretto da Francesca Colombo, Direttore Generale Culturale di Bam –, un progetto di Fondazione Riccardo Catella. Un festival internazionale che per tre giorni porta in città il teatro di strada e le arti circensi contemporanee e che «ha come tema la meraviglia», racconta il funambolo. «Per questo mi piaceva l’idea di trovare qualcosa di sorprendente e meraviglioso in una zona che è tutta apparenza. Un luogo – spiega – dove tutto è fatto per essere visto. Milioni e milioni di persone hanno visto questa piazza ma, non tutti hanno visto quella strada. Allora ecco che in mezzo a un terreno conosciuto e a un cielo apparentemente scontato c’è ancora la possibilità di andare ad esplorare qualcosa, di farsi meravigliare». E lo ha fatto. 

Foto copertina: Bam Circus/Dimitar Harizano

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