Ricominciano gli scavi alla Tosina di Monzambano: vent’anni fa la scoperta del sito

Prenderà il via il 12 giugno per concludersi il 14 luglio, la dodicesima campagna di scavo nel sito neolitico Tosina di Monzambano, a vent’anni dalla scoperta avvenuta nel maggio 2003. Lo ha annunciato il fondatore, Emilio Crosato, presidente dell’associazione culturale “Amici di Castellaro”. Gli archeologi e gli studiosi dei vari settori di ricerca, con la giunta guidata dal sindaco Giorgio Cappa, si sono ritrovati lo scorso 1° aprile per programmare la campagna di quest’anno e definire l’allestimento, in piazzetta delle arti a Monzambano, di un centro di documentazione sulla Tosina e sul Sito palafitticolo Unesco di Castellaro. Tosina, un abitato di seimila anni fa, sorto attorno a una bassa collina sulle rive di una bacino lacustre, fu abitato da agricoltori, allevatori e artigiani per circa quattrocento anni.

Si turneranno nella campagna di scavi e ricerche circa trenta studenti, laureati e specializzati, in particolare dell’Università di Firenze. Il coordinamento delle attività sul campo sarà svolto da Nicola Cappellozza della Sap, Fabio Bona e Alberto Crosato. Direttrice di scavo sarà Raffaella Poggiani Keller, già Soprintendente per l’archeologia della Regione Lombardia, coadiuvata dal professor Domenico Lo Vetro, docente di preistoria dell’Università di Firenze e direttore del Museo e Istituto fiorentino di preistoria, a cui il ministero ha assegnato la concessione di scavo.

Gli “Amici di Castellaro” cureranno, come gli scorsi anni, gli aspetti organizzativi e logistici. Questa nuova edizione è resa possibile grazie ai contributi e ai servizi forniti dal municipio, da Fondazione Bam, Fondazione comunità mantovana e da sponsor locali. «Si auspica – ha detto Crosato – che anche la Regione riprenda a erogare contributi per il Progetto Tosina. Quest’anno sarà ulteriormente ampliata l’area di scavo nel settore C, dove lo spessore degli strati archeologici raggiunge anche i due metri, e sarà ripresa la ricerca ai margini del settore A, già indagato nelle prime campagne di scavo».

La quantità di reperti rinvenuti in fase di scavo è enorme: a parte i reperti in ceramica, selce, osso e corno si sono recuperate moltissime testimonianze archeologiche come carboni, semi, resti vegetali, pollini, resti di micro mammiferi, anfibi, rettili e pesci che consentono di ricostruire l’ambiente, la vita e le attività quotidiane. Durante il periodo di scavo, ogni venerdì dalle 16.30 alle 18, sarà possibile visitare l’area con una guida esperta. Per il 2023 sono previste iniziative per celebrare il ventennale della scoperta, tra cui un convegno e la stampa di un libro per le scuole.