La Cgil al congresso del rinnovamento, il segretario generale di Mantova: «Riavviciniamo i

Il segretario generale della Camera del Lavoro Daniele Soffiati, il segretario generale Spi, Ferdinando Colleoni, la segretaria Spi Vanda Roveri, Cinzia Di Pietro, Sara Tortelli, Marco Ferrari, Erika Bertani: sono i sette delegati della Cgil di Mantova al XIX congresso nazionale del sindacato in programma dal 15 al 18 marzo a Rimini. Oltre a loro da via Altobelli partiranno in altri nove per un totale di sedici persone.

Soffiati, partiamo dall’intervento sul palco di Giorgia Meloni. Mi dirà che il sindacato parla con tutti, ma anche dopo Cutro, Lampedusa, Firenze?

«Origini e orientamento ci dividono in maniera profonda da questo governo che sin da subito ha adottato scelte inique sul fronte della fiscalità e della tutela sociale. I recenti fatti, penso alla strage di Cutro, evidenziano una linea in tema di immigrazione improntata al mancato rispetto della cosa in assoluto più importante: la salvaguardia della vita umana. Su temi di tragica attualità come questo le nostre posizioni sono lontanissime e ci preoccupano le frequenti e insistite derive di ispirazione fascista di cui l’ultimo esempio sono i silenzi di La Russa a Gerusalemme. Dubito poi che sulla necessità di ridurre la precarietà nel lavoro con interventi legislativi questo governo possa dimostrare una reale attenzione e sensibilità e non mi faccio aspettative sulla costruzione di un rapporto che possa portare ad obiettivi condivisi in tema di lavoro, fiscalità, previdenza. Tuttavia i presidenti del consiglio sono sempre stati invitati al congresso e la loro presenza indica il riconoscimento alla nostra organizzazione che conta più di cinque milioni di iscritti».

Intanto Elly Schlein nell’agenda del nuovo Pd mette ai primi posti la lotta alla precarietà e alle disuguaglianze sociali: è l’alba di un riavvicinamento?

«Me lo auguro. Schlein sin dalla prima conferenza stampa da segretaria, come in campagna elettorale, ha messo sempre al primo posto la necessità di ridurre tante forme di precarietà che stanno rendendo il lavoro in Italia sempre più povero in particolare per i giovani e le donne. Le sue posizioni sono in linea con le nostre e non è scontato: negli ultimi anni, con l’apice di Matteo Renzi, il centrosinistra ha dimostrato il più delle volte di non condividere le nostre rivendicazioni, introducendo anzi con il Job Act condizioni peggiorative che abbiamo contrastato. Una ritrovata condivisione di temi e obiettivi rappresenta un terreno comune su cui chiamare a raccolta tutto il mondo progressista e su cui costruire una base di rivendicazioni per il mondo del lavoro».

Ad accomunarvi c’è anche l’obiettivo di intercettare le nuove generazioni.

«Tante volte abbiamo rimarcato come solo il 15% dei nostri iscritti sia under-35. I giovani, scoraggiati da anni di precarietà e spesso costretti a emigrare all’estero, non vedono le condizioni per iscriversi al sindacato che storicamente è forte laddove nelle grandi aziende i lavoratori possono unirsi e strutturarsi in rappresentanza sindacale. Come evidenzia l’astensionismo anche alle ultime elezioni, faticano sempre più a riconoscersi in un’offerta politica che non…