I vescovi spingono i parroci verso le comunità energetiche

La chiesa punta sulle comunità energetiche per aiutare le famiglie nella loro lotta quotidiana contro il caro-bollette. Il progetto in via di definizione della Diocesi di Mantova che punta a costituirne una coinvolgendo, attraverso Fratello Sole, la energy service company del Terzo settore, le parrocchie di Bancole e di Sant’Antonio, segue una precisa indicazione che arriva dalla Conferenza episcopale dei vescovi.

«È quella uscita due anni fa dalla settimana sociale di Taranto – spiega don Bruno Bignami, direttore dell’ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro che nella Cei si occupa di ambiente – è auspicabile che Diocesi e parrocchie intraprendano questo percorso, ma nessuno ha l’obbligo di farlo». Del progetto della Diocesi di Mantova dice di «non averlo visto» e aggiunge: «Ogni realtà territoriale fa la sua scelta, in piena libertà». Don Bignami, cremonese ex presidente della Fondazione don Mazzolari di Bozzolo, era a Mantova per un incontro con gli studenti e i docenti del liceo Isabella d’Este sul tema dei beni comuni e del loro rapporto con l’ambiente. In questo ambito viene spontaneo chiedere al sacerdote che cosa siano, per la chiesa, le comunità energetiche.

«Sono quelle strutturate secondo le leggi dello Stato – è la risposta – cioè realtà associative che intendono mettersi insieme per produrre energia e condividerla. La differenza, come comunità cristiane, è data da una motivazione che tenga insieme le diverse realtà. C’è quella di carattere ecologico perché si produce energia non più da fonti fossili ma da quelle rinnovabili. La seconda è di carattere sociale: l’aumento della povertà energetica spinge tante famiglie a rivolgersi alla Caritas affinché gliele paghino: entrando in una comunità energetica del territorio si avrà di più: alla persona viene riconosciuta la propria dignità. La terza motivazione è quella più significativa: la risposta di comunità alla crisi che stiamo attraversando invece della risposta individualistica. Solo con questa visione complessiva e comunitaria possiamo affrontare la crisi e aiutare le famiglie».

In Italia stanno nascendo molte comunità energetiche, «ma lo Stato – osserva don Bignami – non ha ancora emesso i decreti attuativi che mettono nero su bianco su quali incentivi poter contare. Questa attesa ci crea difficoltà: stiamo, infatti, cercando di capire come muoverci. L’idea è quella di sviluppare comunità energetiche seguendo, però, modelli differenti: la Diocesi che fa da cooperativa e mette insieme gli interessati, oppure il modello più territoriale di una parrocchia che, insieme al Comune e a enti del terzo settore, mettono in piedi la comunità energetica. Fondamentali, però, sono i decreti attuatiti del governo».

Don Bignami è anche postulatore della causa di beatificazione di don Mazzolari: «Siamo – dice – nella fase diocesana, di raccolta di testimonianze e documenti. Speriamo di concluderla nei prossimi mesi; ma il percorso per la sua beatificazione è ancora lungo».