Prostituzione, assolte le prostitute del grattacielo di Ostiglia

Due ragazze cinesi erano finite a processo per favoreggiamento della prostituzione. Il 6 febbraio i giudici le hanno assolte perché il fatto nono sussiste, I fatti, che risalgono al 2015, si sono protratti fino al 2017, quando un’inquilina del condominio di via Piave 2/A di Ostiglia, ha presentato un esposto ai carabinieri che hanno avviato le indagini. L’attività di prostituzione sarebbe avvenuta in un appartamento al dodicesimo piano del palazzo di via Piave, preceduta da una prenotazione telefonica. Non senza un forte imbarazzo, alcuni clienti, tutti residenti in zona, avevano testimoniato confermando le prestazioni sessuali.

Il primo aveva raccontato ai giudici che era interessato soltanto ai massaggi, ma poi incalzato dalle domande del pubblico ministero, aveva confermato d’ aver avuto un rapporto di tipo sessuale, pagato cinquanta euro.

Un altro testimone a cui è stato chiesto il motivo che l’aveva spinto a frequentare le prostitute cinesi aveva risposto: «In quel periodo ero senza donna e così ci sono andato più volte, ma non ho mai speso più di 50 euro, tutto compreso».

In tutto sono stati quattordici i clienti identificati attraverso le targhe delle auto. Nel corso della perquisizione, avvenuta a qualche tempo dopo nell’appartamento delle donne, sono stati trovati numerosi preservativi, usati e non, oltre a piccole somme di denaro. L’affitto ai proprietari dell’appartamento veniva pagato in contanti. Delle due giovani ragazze nel frattempo si sono perse le tracce. Il collegio giudicante, presieduto da Enzo Rosina, ha ritenuto che non ci fossero le prove che le ragazze si prostituissero a pagamento e le la mandate assolte perché il fatto non sussiste. All’epoca dei fatti la vicenda aveva suscitato molto scalpore perché molti dei presunti clienti erano di Ostiglia.