Folla a Gonzaga al funerale e sei sacerdoti per l’addio a De Pietri

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Struggente addio ieri mattina a Roberto De Pietri, il magazziniere di 62 anni, stroncato da un malore, lunedì 16, mentre era al lavoro alla Comer di Villanova di Reggiolo (Re). La chiesa, a stento, è riuscita a contenere la folla che si é stretta intorno ai familiari. Molti sono stati “dirottati” nella cappellina interna e nella sala multimediale. Tra i banchi della chiesa il sindaco Elisabetta Galeotti, l’assessore Massimiliano Sacchi e l’ex sindaco Claudio Terzi. Presenti anche una cinquantina di colleghi della Comer. La messa è stata celebrata da sei sacerdoti: don Sandro Barbieri, parroco di Gonzaga, don Luigi Righettini, parroco emerito di Bondeno, don Alberto Ancellotti di Medole, don Luigi Cararamaschi di S. Antonio di Porto Mantovano, Manuel Beltrami di San Giorgio, don Mario Pini di Brugneto di Reggiolo (Re) oltre al diacono Franco Bortolotti, compagno di scuola e vicino di casa. Sulla bara, il figlio Luca ha posato lo spartito dell’Ave Maria di Schubert che il padre aveva provato, a casa, al suo piano. «Credo di essere l’ultima persona che in questa assemblea dovrebbe parlare perché sono arrivato da poco e ho conosciuto Roberto per pochissimo tempo – ha detto nell’omelia don Sandro – Non voglio parlare del passato ma del futuro e di guardare avanti. Roberto ha speso la sua vita per gli altri». Don Sandro ha proposto di piantare due germogli di piante in memoria di De Pietri così come ha visto fare nella sua esperienza africana. Prima delle benedizione della bara sono intervenuti Marco Tondelli, del coro parrocchiale «Grazie per aver messo a disposizioni i tuoi talenti. Hai amato profondamente questa parrocchia». E Stefano Galeotti membro del consiglio pastorale: «Ti chiediamo scusa se ti abbiamo fatto soffrire». Il fratello Claudio ha ringraziato la comunità bondenese per l’affetto dimostrato. Infine don Luigi Righettini: «Era un cristiano nel sociale e nel pubblico. E’ difficile immaginare la parrocchia senza Roberto». Il coro parrocchiale che dirigeva ha cantato col cuore come se fosse diretto dall’alto proprio da Roberto. Al termine sono risuonati in chiesa i brani dell’Ave Maria di Shubert, Cinema Paradiso e Mission di Morricone. «Dopo la pensione avrebbe voluto riprendere a suonare il clarinetto – ha detto il maestro Renato Giorgi – che aveva iniziato a suonare da bambino». 

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