L’accoltellatore al giudice: «Ho reagito per difendermi»
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«Ho reagito per difendermi, anche lui aveva un coltello». Questa la tesi difensiva di Mohammed Gorbali, il tunisino 25enne in carcere per aver accoltellato il connazionale Mohammed Amara, anche lui 25 anni, finito in gravi condizioni al Carlo Poma. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, avvenuto nella tarda mattina del 12 gennaio, il giovane accusato di tentato omicidio ha spiegato al giudice per le indagini preliminari di essersi difeso dall’aggressione dell’altro giovane. Legittima difesa, dunque, la sua tesi. Intanto sembra chiarito il movente della lite, una questione di soldi, un debito mai onorato. Una situazione che andava avanti da tempo e quando, martedì pomeriggio, i due si sono visti è scattata la lite. Si sono affrontati e colpiti a vicenda, entrambi armati di coltello. I carabinieri hanno rinvenuto solo uno dei due coltelli, quello in possesso del giovane finito in ospedale. Riguardo all’arresto il giudice si è riservato di decidere e già oggi potrebbe esprimersi. Nel frattempo sono migliorate le condizioni del giovane accoltellato.
Il ferimento, lo ricordiamo, è accaduto martedì scorso al Caribe Café di piazzale di Porta Cerese. L’accoltellatore poche ore dopo aver ferito il connazionale è stato catturato dai carabinieri. Il fendente sferrato all’ascella sinistra dell’uomo ha penetrato la fascia muscolare e leso la pleura. Pochi millimetri in più e avrebbe raggiunto il polmone, con conseguenze letali.
Il giovane ferito, sottoposto subito a intervento chirurgico di sutura e ricoverato in rianimazione, ieri stava meglio: è probabile che nel corso di queste ore stia per lasciare il reparto di terapia intensiva.
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