Il Grande Fiume come industria: storia del mulino di Felonica

In varie occasioni molti si sono chiesti del mulino sul Po a Felonica. Del traghetto dei “pasadór” ci sono varie tracce della fondazione e del lavoro dei traghettatori mentre, le note del mulino sono frammentarie. Addirittura l’Aipo, responsabile del servizio fluviale del fiume Po, non dispone di tracce dell’inizio attività e quali addetti vi han prestato servizio e non c’è nessuna documentazione che riguardi il natante stesso.

Ma basta consultare gli anziani felonichesi e si riesce a ricostruire una breve storia anche se parziale, della attività molitoria. Si inizia prima del 1900 con Antonio Freddi alla gestione del primo mulino sito al froldo del fiume di via Lame dove abitava la famiglia Maretti.

Gli argini, un tempo erano molto bassi e si saliva in cima percorrendo la salita per poi immettersi in una rampa-discesa che iniziava dal sermidese scendendo verso il felonichese fino alla piarda dove i contadini con i propri birocci scaricavano i sacchi di frumento, orzo e granoturco sulla batlina, la piccola imbarcazione, del mugnaio e poi venivano depositati sul mulino nel deposito o direttamente nella zona della macinatura. Il mulino era composto da due sandón, gli scafi d’appoggio tozzi, neri di pece, macinava col suo palàr la ruota a pale, l’acqua dal fiume che muoveva le macine. Attorno e sopra tra macine e tramogge c’erano le fortunose costruzioni del casone e ripostigli per svolgere l’attività.

Quando si iniziava la macinatura il gran frastuono era causato da tutti gli armamentari collegati alla pala la quale, immersa nella corrente metteva in moto gli ingranaggi con le macine (due grosse piastre di marmo sormontate tra loro e collegate da un perno centrale) a tranciare i semi volti a produrre la farina.

Terminata la lavorazione il mugnaio rialzava tutti i marchingegni compresa la pala che uscendo dalla corrente del fiume di fatto poneva fine alla lavorazione della macinatura.

Alcune note e vicende di storia del mulino di Felonica: intorno al 1900 Freddi decide di mettersi all’opera programmando di far funzionare un mulino sul fiume Po. Portata a termine la procedura dei lavori inizia a macinare i prodotti ma, dopo un breve periodo di lavoro decide di emigrare in America. Arrivato Oltreoceano la dura realtà si presenta con la difficoltà di poter disporre del passaporto per il soggiorno pertanto, per ovviare alle difficoltà del caso decide di sposare di volta in volta ben tre americane, così facendo sopperisce alla mancanza dei documenti riuscendo in tal modo a rimanere sul suolo americano. Ma ben presto l’irrequieto Antonio, complice la grande nostalgia per Felonica, si appresta a far ritorno nella sua terra di origine. Assieme al Fratello Regole forma una bella coppia per mettersi di nuovo a lavorare sul suo vecchio mulino.

Passano cinque o sei anni e i fratelli Freddi decidono di cambiare lavoro;lasciano tutto l’armamento e attrezzature al nuovo gestore-mugnaio, il felonichese…