Cadavere carbonizzato nei campi di Guidizzolo: è mistero

L’hanno trovato verso le 15.30 nei campi due abitanti della zona, scambiandolo in un primo momento per un manichino bruciato. Invece, quel corpo reso irriconoscibile dal calore delle fiamme, era di un essere umano. Si chiamava Gurmeet Singh, aveva 37 anni e viveva a Guidizzolo in via Rodella. Lavorava in un allevamento di Castelgrimaldo (Volta Mantovana). Ieri mattina era uscito, come tutti i giorni, prima dell’alba per andare al lavoro a bordo del suo scooter: ma all’azienda agricola non è mai arrivato. Sono stati i familiari, non vedendolo tornare a casa, a telefonare sul luogo di lavoro nel pomeriggio. Purtroppo era accaduta una tragedia.

Il cadavere semicarbonizzato dell’uomo è stato ritrovato nei campi di Guidizzolo ad altezza di strada per Selvarizzo. Lo scooter era parcheggiato sul cavalletto ai bordi della strada sterrata che attraversa la campagna a poca distanza da un canale. Il corpo era ad una ventina di metri di distanza, contorto e in posizione innaturale con gravissime ustioni e bruciature in vari punti. Come è avvenuto? In un primo momento si era ipotizzato che l’uomo fosse morto folgorato, ma col passare delle ore questo scenario sembra aver perso consistenza. Ci sono dei cavi di alta tensione in zona, certo, ma sono molto in alto. A volte questa disgrazia colpisce qualche pescatore incauto, ma la vittima stava andando al lavoro. E comunque non risulta che siano state rinvenute canne da pesca. Sul posto sono arrivati i soccorsi del 118, ma non c’era nulla da fare se non di coprire pietosamente il cadavere con un telo. Ad occuparsi delle indagini sono i carabinieri. Sul posto sono intervenuti non solo i militari di Castiglione, ma anche quelli della scientifica e lo stesso il capo del nucleo investigativo di Mantova, il tenente Claudio Zanon e un magistrato.

Aveva acceso un fuoco ed è avvenuto un incidente? O è stato qualcuno a fargli quell’atto orribile? Gli investigatori non hanno aperto bocca con la stampa, ma è evidente che vi sono molte cose da chiarire. Chi ha trovato il cadavere è un abitante della zona. «Mi ha chiamato il mio vicino di casa – spiega – nel pomeriggio dicendomi che avevo lasciato lo scooter vicino al canale. Io gli ho risposto che non era mio. Lui ha anche fatto riferimento a un manichino bruciato. Abbiamo pensato che fossero stati i ragazzi che ogni tanto vengono di sera in quella zona per accendere falò. Assieme al mio vicino abbiamo capito che non si trattava di un manichino ma di un uomo carbonizzato. Tra l’altro vicino al motorino c’erano i segni di un falò. Quando mi hanno detto che l’uomo lavorava in un’azienda di Castelgrimaldo ho pensato che fosse strano che avesse imboccato questa strada di campagna. Nessuno a quell’ora la usa e certo non per andare nelle aziende della zona».