Bimbo rischia di annegare a Cervia: in aula l’esperta mantovana delle piscine

Dice che la piscina è come l’auto, bella ma pericolosa se non sai come governarla. E se non è costruita a dovere, come sicurezza imporrebbe. Così Rossana Prola, fondatrice e amministratore delegato della società di consulenza “Professione Acqua”, con sede a Solferino: un’autorità nel suo campo, tra i massimi esperti in progettazione e manutenzione delle piscine, spesso interpellata per fare luce su episodi di infortuni in vasca. L’ultimo incarico l’ha ricevuto dalla procura di Ravenna, che sta indagando sul caso di un bambino di otto anni salvato in extremis dall’annegamento in pochi centimetri d’acqua.

Vivo per miracolo, il bambino, che era stato risucchiato fino alla spalla dal bocchettone di un vasca idromassaggio dove aveva infilato il braccio. Così lo scorso luglio, in un hotel di Pinarella di Cervia, località popolarissima e frequentata anche da molti mantovani. A salvarlo era stato il cuoco dell’albergo, che era riuscito a ruotargli la spalla fino a liberarlo. Sotto gli sguardi atterriti dei villeggianti e della famiglia del bambino, rimasto con la testa sott’acqua per alcuni minuti. Un tempo infinito, dilatato dalla paura.

Le prime, disperate, manovre di rianimazione le aveva avviate la mamma, operatrice sanitaria, in attesa dell’arrivo dei soccorritori del 118. Poi la corsa in ospedale a Cesena, quindi il trasferimento a Bologna. Una storiaccia finita bene – con un sospiro di sollievo a sciogliere un grumo d’ansia denso come un macigno – a differenza di tanti altri casi che ogni estate punteggiano le cronache. Non proprio un lieto fine, comunque, perché la storiaccia non sarebbe nemmeno dovuta cominciare. Da qui i cinque avvisi di garanzia, ai proprietari dell’hotel, ai gestori delle vasche e alla ditta che si era occupata della manutenzione.

«Come siamo messi a sicurezza delle piscine? Male – risponde Prola a proposito del settore, perché del caso specifico del bambino non può dire nulla – e il problema non è soltanto italiano, come per altre questioni. Anzi, in questo siamo al pari con Francia e Germania. Il punto è che il fenomeno della piscina per tutti è esploso troppo in fretta, fino a quarant’anni fa le vasche erano frequentate soltanto dagli sportivi. Purtroppo, la cultura tecnica non è andata di pari passo».

Laureata in fisica all’Università di Bologna, Prola racconta di aver iniziato a bazzicare l’ambiente spinta dalla febbre dell’indipendenza, a diciassette anni, per arrotondare la paghetta. Il brevetto da bagnino ha segnato l’inizio di una carriera a pelo d’acqua: fino al 2002 Prola ha gestito una quindicina d’impianti tra Lombardia, Veneto ed Emilia, poi la decisione di mettere a frutto l’esperienza maturata attraverso una società di consulenza.

«Se mi piace nuotare? Sempre – risponde l’esperta di piscine – ma preferisco farlo al mare, in acque libere». Senza sponde né insidie.