Come agisce il gene che aumenta il rischio di Alzheimer

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È noto da tempo che la variante genetica nota come APOE4, presente in una copia soltanto nel 25% della popolazione, e in due copie nel 2-3% della popolazione, è il più significativo fattore di rischio genetico per lo sviluppo della malattia di Alzheimer. Quello che ancora sfugge è perché lo sia: qual è il meccanismo determinato da questa variante che rende più probabile l’insorgere della demenza? Uno studio del MIT appena pubblicato su Nature potrebbe aver trovato la ragione, che ha a che fare con il trasporto dei lipidi (le molecole di grasso) nel cervello.

Il gene APOE può presentarsi in diverse versioni (alleli). La più comune è l’APOE3, che non sembra influire sul rischio di Alzheimer. C’è poi l’APOE2, più rara, che potrebbe fornire una qualche forma di protezione contro questa malattia, e l’APOE4 che al contrario aumenta le probabilità di sviluppare Alzheimer. La proteina APOE è in generale incaricata di aiutare a trasportare il colesterolo e altri tipi di grasso nel sangue.

Senza protezione. Il gruppo di ricerca coordinato da Li-Huei Tsai e da Manolis Kellis, rispettivamente neuroscienzata e scienziato computazionale del MIT, è riuscito a dimostrare che nelle persone che recano una o due copie della variante APOE4, un gruppo di cellule (gli oligodendrociti) fatica a trasportare le molecole di grasso necessarie per avvolgere e isolare gli assoni, i prolungamenti dei neuroni che conducono gli impulsi nervosi.

Gli oligodendrociti fanno parte della glia, un insieme di cellule che non produce impulsi elettrici ma che offre supporto logistico ai neuroni, mantenendoli in salute e isolandoli con una sostanza a base di lipidi detta mielina. La mancanza di questa guaina contribuisce in modo importante ai sintomi dell’Alzheimer e di altre patologie, perché in assenza di “nastro isolante” le comunicazioni tra neuroni si degradano.

Grassi mal distribuiti. In studi recenti lo stesso gruppo di ricerca aveva dimostrato che l’APOE4 ostacola la gestione dei lipidi anche in altre cellule del cervello, come neuroni, astrociti e le cellule immunitarie della microglia. Le nuove analisi sono state condotte su tessuti cerebrali postmortem di 32 persone (senza, con una soltanto oppure due copie della variante APOE4, 8 delle quali decedute con Alzheimer), su…

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