Oumuamua e le domande (ancora) senza risposta

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Sono trascorsi ormai cinque anni da quando fu scoperto Oumuamua, il primo oggetto proveniente dallo spazio interstellare, e a tutt’oggi gli astronomi, nonostante una serie di ipotesi più o meno credibili formulate in questi anni sulla sua natura (dalla cometa, alla vela solare extraterrestre, fino all’astronave aliena), non sanno ancora esattamente cosa sia.

Espulso! È noto che pianeti giganti (come Nettuno) sono in grado di scagliare nello spazio oggetti molto piccoli dal proprio sistema solare e poiché è risaputo anche che in altri sistemi solari esistono pianeti proprio come Nettuno, è possibile che Oumuamua sia stato espulso da uno di essi: questa idea iniziale è ancora oggi sostenuta da molti. 

Se fosse vero, stando ad uno studio pubblicato su Arxiv della Cornell University, la popolazione di tali oggetti che vagherebbe tra le stelle potrebbe essere composta da un numero enorme: centinaia di trilioni di trilioni di esemplari! Ma allora, potremmo chiederci, perché mai ne abbiamo identificato soltanto uno finora? 

Un compagno. Oumuamua venne scoperto il 19 ottobre 2017, dopo essere entrato nel sistema solare ed essere passato in prossimità del Sole, si è diretto di nuovo nello spazio interstellare. Dopo pochi anni è stato scoperto un altro oggetto simile, chiamato Borisov, che è apparso subito essere molto simile a una cometa. 

Spiega Greg Laughlin della Yale University: «Sappiamo che quando il nostro sistema solare si stava formando, diversi corpi ghiacciati, aventi massa totale pari a una decina di volte quella della Terra, vennero espulsi nel mezzo interstellare. Quindi», prodegue Laughlin, «se prendiamo come riferimento il nostro sistema solare, dobbiamo aspettarci di avere un gran numero di oggetti alla deriva nello spazio tra le stelle».

La danza dei pianeti. Il meccanismo che porta ad espellere tali oggetti relativamente piccoli sta nella migrazione planetaria dei pianeti giganti. Stando ad un’ipotesi che ormai risale al 2005, pianeti come Saturno, Urano e Nettuno, una volta formatisi, si spostarono verso le parti esterne del sistema solare, in un gioco di attrazioni e spinte gravitazionali, mentre Giove dall’esterno migrò verso l’interno. Negli ultimi anni questo modello è stato in qualche modo sostituito dal “Gran Tack”, secondo il quale solo Giove si spostò verso l’interno e venne fermato, là dove si trova oggi, dalla forza di gravità di Saturno. Quel che è certo è che il movimento di grandi pianeti…

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