Listeriosi: che cos’è, che sintomi dà, come si previene

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La listeriosi che negli ultimi giorni occupa i titoli di giornali e siti di informazione è l’infezione provocata dal batterio Listeria monocytogenes. È una malattia che si contrae ingerendo cibo contaminato: fa parte, cioè, di quelli che gli esperti chiamano tossinfezioni alimentari. Il Listeria può nascondersi su molti alimenti che consumiamo quotidianamente, ma per ridurre il rischio di infettarsi è sufficiente osservare alcune indicazioni, dettate dal buon senso, per conservare e preparare degli alimenti. Vediamo in che modo.

Listeria: che cos’è? Il Listeria monocytogenes è un batterio che si trova comunemente nell’acqua e nel suolo e che può contaminare anche gli animali senza che questi mostrino sintomi apparenti. Cresce e si riproduce a temperature tra gli 0 e i 45 °C ed è molto persistente: ecco perché può contaminare anche i cibi lavorati, trasformati e refrigerati. Risulta infettivo anche a bassi livelli di carica batterica – in pratica, ne basta una piccola quantità per scatenare l’infezione.

Quali sono i cibi a rischio? Come riporta il sito dell’Istituto Superiore della Sanità, gli alimenti più spesso associati a listeriosi sono pesce, carne e verdure crude, latte non pastorizzato e latticini come formaggi molli e burro, cibi trasformati e preparati (pronti all’uso) inclusi hot dog, carni fredde tipiche delle gastronomie, insalate preconfezionate, panini, pesce affumicato. I casi di listeriosi di cui si è parlato negli ultimi giorni in Italia sono legati al consumo di würstel di pollo, che non figurano ufficialmente nell’elenco dei cibi più a rischio ma che, nei 3 casi di listeriosi poi risultati fatali, sono stati probabilmente consumati crudi, al contrario di quanto raccomandato sull’etichetta. Un’altra allerta listeriosi ha riguardato alcuni tramezzini al salmone (qui e qui gli elenchi dei prodotti ritirati dagli scaffali a scopo precauzionale).

Listeriosi: come si riconosce? Nelle persone in salute la listeriosi in genere non dà sintomi o causa problemi gastrointestinali come la diarrea. In altri casi si presenta come una gastroenterite acuta febbrile che compare alcune ore dopo il consumo dei cibi contaminati. In alcune rare circostanze, tuttavia, la malattia può assumere una forma invasiva o sistemica. Il batterio passa dall’intestino al sangue e da lì si diffonde nell’organismo fino al sistema nervoso, causando encefaliti, meningiti…

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