La Giornata a Mantova “Un luogo della città ricorderà Norsa”

Una strada o una piazza di Mantova porteranno presto il nome di Fabio Norsa (1946-2012), storico presidente degli ebrei mantovani, ex Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e presidente dell’Osservatorio contro le discriminazioni Articolo Tre. A darne l’annuncio in sinagoga il sindaco Mattia Palazzi. “Gli sarà dedicato un luogo della città” le sue parole durante la presentazione del libro Fabio Norsa z.l 1946-2012 curato dall’ex direttore delle Biblioteche cittadine Cesare Guerra e dall’ex direttrice dell’Archivio Storico Annamaria Mortari. All’interno, oltre a quelle dei curatori, le testimonianze di Nicoletta Azzi, Maria Bacchi, Angelica Bertellini, Gianfranco Burchiellaro, Emanuele Colorni, rav Roberto Della Rocca, Gadi Luzzatto Voghera, Rodolfo Rebecchi e Frediano Sessi. Grande partecipazione di pubblico all’evento, attorno cui ruotavano anche gli altri appuntamenti organizzati per la Giornata della Cultura Ebraica. Un’ulteriore prova della stima e dell’apprezzamento di cui godeva Norsa in contesti anche molto diversi. “Tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di essergli vicini apprezzavano le sue doti di dirigente ma soprattutto le sue qualità umane, la generosità, la sincerità, la capacità di dialogare apertamente con ciascuno, il suo saper essere un vero amico sempre leale e disponibile” il saluto, nel giorno della scomparsa, dell’allora Presidente UCEI Renzo Gattegna. Parole sempre valide per tracciarne l’immenso lascito valoriale. Accanto alla moglie Licia e ai figli Aldo ed Emanuela, a Colorni suo successore alla presidenza della Comunità e a tanti amici, c’era ieri tutta Mantova, in molte declinazioni del mondo istituzionale, culturale, associativo. Tutti protagonisti di un pomeriggio ricco di emozioni insieme alle autrici e agli autori degli scritti, in dialogo con il giornalista Stefano Scansani. “Un lottatore instancabile contro pregiudizi e discriminazioni”, scrive tra gli altri Bacchi. Aggiungendo poi: “La consapevolezza di se stesso, un cuore e una mente liberi, la velocità combinata alla riflessività, sono caratteristiche che non l’hanno mai abbandonato. Insieme al sorriso e alla profonda ironia. Con una determinazione sorprendente si è fatto forza fino ai suoi ultimi giorni per sostenere nei fatti il progetto di Articolo 3-l’Osservatorio sulle discriminazioni: un sogno che avevamo tenacemente perseguito insieme”. Toccante anche il ricordo di Bertellini: “La sua presenza, aldilà dell’incarico istituzionale, era fondamentale per una Comunità ormai piccola, che non poteva più permettersi un rabbino permanente. Era molto bravo nel far emettere allo shofar il suo suono potente”. Durante lo Yom Kippur si occupava inoltre “quasi sempre da solo della preghiera, che deve abitare il tempio per tutta la giornata: una celebrazione faticosa, in particolar modo per lui, che era diabetico”.
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