Arc3a Mantova: dall’organizzazione di mostre d’arte al lavoro sul cambiamento climatico

L’obiettivo è condividere forme di comunicazione creative che aumentino la consapevolezza sull’emergenza

MANTOVA. Perché un’istituzione che si occupa di progettare mostre dovrebbe interessarsi al riscaldamento climatico? Che cos’ha a che fare un collettivo di attori con l’incremento delle emissioni di CO₂? L’opinione più diffusa è che la crisi climatica riguardi solo una parte della società e che la maggioranza restante, il noi, sia priva di responsabilità. Al contrario le scelte individuali hanno un impatto che, seppur minimo, si aggiunge a quello delle azioni di altri 7,9 miliardi di persone.

È questa consapevolezza che ha spinto alcune realtà culturali mantovane a dare vita al gruppo Arc3a, Azioni per la Resistenza Climatica Collettiva di Cultura e Arte, ideato dopo l’esperienza di respiro europeo C-Change.

Questo modello, che vedeva come partner Mantova insieme a Manchester, Breslavia, Gelsenkirchen, Sibenik e Agueda, puntava a sensibilizzare e coinvolgere attivamente il settore dell’arte e della cultura rispetto al cambiamento climatico basandosi su 4 concetti fondanti, collaborazione, supporto, politica e impegno. Affinché il lavoro iniziato potesse proseguire è nato poi Arc3a per condividere forme di comunicazione creative che aumentino la consapevolezza sull’emergenza climatica, l’ideazione di pratiche comuni per ridurre l’impronta ecologica di ogni organizzazione, la programmazione di iniziative sui temi ambientali e la formazione di operatori culturali su queste problematiche.

Sono coinvolte associazioni che si occupano di tutela e valorizzazione della natura come Alkèmica, Parcobaleno e Fridays For Future. A queste però si aggiungono l’Associazione Distretto Culturale le Regge dei Gonzaga, Fondazione palazzo Te, Centro Internazionale d’Arte e di Cultura, Caravan SetUp, che organizza workshop ed eventi artistici a Lunetta, Oficina Ocm, centro di produzione musicale che promuove momenti divulgativi come Trame Sonore, e il Collettivo Lan-De-Sì, che propone performance e laboratori in cui convivono teatro, illustrazione e video.

Esposizioni e laboratori artistici, considerando le emissioni dovute al trasporto delle opere e l’utilizzo di imballaggi in plastica che poi si trasformano in rifiuti, hanno un impatto ambientale non trascurabile, che deve essere ridotto grazie alla progettazione di metodi alternativi di fruizione che come gradito corollario possono anche portare ad una diversificazione dell’offerta culturale stessa. Per Teatro Magro poi l’impegno non si limita ad incentivare l’utilizzo di bici o mezzi pubblici per raggiungere gli eventi e i corsi proposti ma si traduce pure nella ricerca di nuovi palchi con meno luci, meno scenografia e aria condizionata; se la vita è teatro quale palco può essere più adatto di strade e giardini?

C’è poi Segni d’Infanzia, che sensibilizza i più piccoli con attività alla scoperta di animali simbolo, mostrando come tutti gli organismi siano fondamentali…