22 anni di reclusione per il giornalista russo accusato di tradimento dello

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Ombre di mistero

– Ad occuparsi di affari militari per il quotidiano russo Kommersant era stato per primo suo padre,

Ivan Ivanovich Safronov

nel 1997. L’ex editorialista che scriveva dei cambiamenti nella leadership della difesa e dei problemi nell’addestramento militare, nel 2006 si occupò anche del terzo fallimento consecutivo del lancio del missile balistico intercontinentale Bulava. Nello stesso anno Safronov fu accusato di aver rivelato alcune

informazioni riservate

nei suoi articoli e venne sottoposto ad un interrogatorio da parte degli agenti dell’FBS che archiviarono subito il caso dopo che il giornalista mostrò il sito web dal quale aveva raccolto i suoi dati. A febbraio, di ritorno da Abu Dhabi per un viaggio di cronaca, Safronov dichiarò di aver ricevuto informazioni importanti sulle possibili nuove consegne di

armi russe

in Medio Oriente in occasione della mostra di armi negli Emirati Arabi. Dopo aver riportato la notizia alla redazione di Kommersant, egli confidò ai colleghi che non avrebbe mai scritto ciò di cui era a conoscenza in quanto qualcuno lo aveva avvertito sulle pericolose conseguenze che avrebbe subito nel rivelare

segreti di stato

. Il 2 marzo 2017, venne ritrovato il cadavere del giornalista in via Nizhny Novgorod 9 precipitato dalla finestra delle scale tra il quarto e quinto piano del suo condominio. L’ipotesi di suicidio è diventata dominante nel corso delle indagini anche se chi conosceva Ivan Safronov lo escludeva categoricamente.

Le accuse

– Per Ivan Safronov, suo figlio, i problemi iniziano nel 2020 quando gli agenti dell’FSB lo arrestano e lo portano a Lefortovo, il

carcere

di massima sicurezza più inaccessibile della Russia con l’accusa di tradimento dello Stato. L’ex reporter, proprio come suo padre, trattava di temi militari occupandosi soprattutto dei rapporti tra Russia, Siria e Iran. Secondo i procuratori russi, Safronov avrebbe commesso attività di

spionaggio

, divulgando informazioni private.
 

Le reazioni

– Non si è fatta attendere la reazione da parte dell’

Unione Europea

, in particolar modo dal portavoce della Commissione europea

Peter Stano

che dopo aver appreso la notizia della condanna a 22 anni di reclusione per Ivan Safronov, chiede in un suo

tweett

di “ritirare le accuse per il giornalista russo e di rilasciarlo incondizionatamente”.

 

 



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