Un vaccino contro il vaiolo delle scimmie

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Con l’aumento dei casi di vaiolo delle scimmie in tutto il mondo, si pensa alla vaccinazione: non una campagna massiva come quella per combattere la covid, ma un’immunizzazione mirata delle persone più a rischio. Cerchiamo di capire quali sono i vaccini a nostra disposizione, quanto efficaci sono e a chi verranno consigliati.

Quali vaccini abbiamo? In Europa esiste solo un vaccino approvato contro il vaiolo delle scimmie: si tratta di Imvanex (commercializzato negli USA con il nome di Jynneos), un vaccino attenuato prodotto dalla Bavarian Nordic, una piccola azienda farmaceutica danese che fatica a soddisfare le attuali richieste di produzione da tutto il mondo. L’approvazione di Imvanex come vaccino antivaiolo in Europa risale al 2013, ma solo il 22 luglio scorso l’EMA ne ha consigliato l’uso anche per combattere il vaiolo delle scimmie.

Negli USA esiste anche un altro vaccino, l’ACAM2000, approvato dalla FDA nel 2007 per combattere il vaiolo. Mentre però il vaccinia virus contenuto in Imvanex non può replicarsi nelle cellule, quello contenuto in ACAM2000 è in grado di replicarsi, e per questo può dare effetti collaterali anche gravi (come infezioni cutanee o problemi cardiaci nelle persone più deboli). «Il governo statunitense ne conserva 200 milioni di dosi, da usare in caso di guerra biologica», spiega in un articolo di The Conversation Maureen Ferran, virologa al Rochester Institute of Technology (USA). «Per ora, però, visti i numerosi effetti collaterali, ACAM2000 viene somministrato solo a militari e ricercatori che studiano alcuni tipi di poxvirus in laboratorio».

Quanto sono efficaci? Secondo i CDC statunitensi, non ci sono ancora dati sull’efficacia di questi due vaccini nel prevenire l’attuale epidemia di vaiolo delle scimmie. Per quanto riguarda Jynneos (o Imvanex), alcuni studi condotti su primati non umani hanno dimostrato che gli animali infetti vaccinati sopravvivevano 8-10 volte su 10, mentre quelli non vaccinati 0-4 volte su 10. Imvanex può essere somministrato anche dopo aver contratto l’infezione, perché il virus ha un tempo di incubazione che va dai sei ai quattordici giorni.

I dati disponibili per ACAM2000 sono invece molto più datati e risalgono agli anni 80 del secolo scorso, quando il vaccino era stato testato durante un’epidemia in Africa dando buoni…

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