Via 3.500 dipendenti di Mps entro novembre: i sindacati in allarme

I rappresentanti dei lavoratori dell’istituto di credito senese chiedono infatti alla banca un coinvolgimento nelle diverse fasi di applicazione del nuovo piano industriale

MANTOVA. C’è preoccupazione nel mondo sindacale per l’uscita anticipata dal lavoro di 3.500 dipendenti della banca Monte dei Paschi entro pochi mesi grazie al Fondo di Solidarietà.

I sindacati dell’istituto di credito senese chiedono infatti alla banca un coinvolgimento nelle diverse fasi di applicazione del nuovo piano industriale e aggiungono che questo è «tanto più necessario oggi a causa di un contesto politico in profonda e continua evoluzione, i cui effetti potrebbero non essere secondari rispetto all’efficacia delle soluzioni negoziali individuate fra le parti».

L’indicazione arriva a valle del secondo incontro al tavolo che dovrà raggiungere l’accordo per gli esodi volontari di 3.500 dipendenti entro il 30 novembre di quest’anno.

Accordo che deve essere siglato entro fine agosto per poter consentire le adesioni al piano e le uscite dal perimetro della banca a partire dalla fine di novembre.

Il confronto sul Fondo di Solidarietà «continua, con l’obiettivo di individuare soluzioni condivise in grado di tutelare al massimo le prerogative delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti nella manovra di esodo, e le prospettive organizzative, occupazionali e contrattuali dei dipendenti che continueranno ad operare all’interno della banca e del gruppo» viene sottolindeato dalle segreterie di coordinamento Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil e Unisin del Monte dei Paschi.