Nascono gli ospedali di comunità: la Moratti inaugura Pieve e Bozzolo

Nella Bassa arriva l’attesa risonanza magnetica. Torchio rilancia un polo sanitario nell’ex asilo Bozzetti

MANTOVA. È stato posto un altro tassello nell’applicazione della riforma sanitaria regionale nel Mantovano. L’inaugurazione dei due primi ospedali di comunità, quelli di Borgo Mantovano (Pieve di Coriano) e Bozzolo, segna la nascita di strutture intermedie fra l’ospedale per acuti, dove si andrà solo per casi seri, e la cura a domicilio, obiettivo della riforma. Coinvolgendo di nuovo il territorio, sindaci e strutture sociali, che erano stati relegati in secondo piano negli ultimi decenni.

A riportarli in auge, i fondi del Pnrr, 18,5 miliardi della “missione 6” dei quali 8 destinati alla riqualificazione della medicina territoriale. L’investimento più importante, al quale vanno 3 miliardi, è la creazione degli ospedali di comunità e delle case di comunità, le nuove articolazioni della sanità.

A spiegare cosa sono gli ospedali di comunità ci ha pensato la vicepresidente regionale Letizia Brichetto Moratti, assessore lombarda al Welfare che, tagliando in mattinata il nastro del nuovo reparto creato a Pieve e nel pomeriggio quello di Bozzolo, ha portato le scuse del presidente Attilio Fontana, impossibilitato a partecipare.

«Gli ospedali di comunità offrono cure intermedie – ha detto la Moratti-. Sono destinati a ricoveri brevi per pazienti che hanno bisogno di interventi sanitari a bassa intensità clinica. E serviranno da un lato ad allentare la pressione su pronto soccorso e ospedale per cauti, dall’altro a dare sollievo alle famiglie».

Ma nel quadro della nuova filosofia che ispira la riforma sanitarie, gli ospedali di comunità rappresenteranno un nuovo modo di affrontare il concetto di cura. «Vogliamo la presa in carico delle persone e non solo della loro malattia – ha spiegato l’assessore regionale -. Per questo è necessario un cambio culturale, ma soprattutto servono l’apporto della sanità territoriale e l’integrazione con il sociale, grazie al rapporto con i sindaci. Disegneremo assieme a loro la nostra Sanità».

Se i sindaci sono perno della nuova riforma, la sfida nel campo medico è organizzativa e guarda al futuro. «Pensiamo a team multidisciplinari – ha spiegato sempre la Moratti – aiutati dalle nuove tecnologie della telemedicina, che saranno area intermedia fra l’ospedale territoriale e il domicilio del paziente pensando a un futuro dove anche la casa è luogo d cura».

A Pieve i sindaci, di Destra e Sinistra Secchia, per bocca del referente Alberto Borsari e del presidente della Provincia Carlo Bottani, hanno più volte lodato l’impegno di Mara Azzi, direttore generale dell’Asst Mantova, per la quale sono scoppiati spontanei applausi. E la Moratti, a sorpresa, ha annunciato l’arrivo della risonanza magnetica, attesa da 15 anni e in un prossimo futuro dell’apertura dei reparti di neuropsichiatria infantile (sempre più necessario dopo il Covid) e di cure palliative.

A Bozzolo, nel pomeriggio,…