Di Carlo: «Mantova sarà emozione unica, spero che possiate tornare grandi»
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Il mister col Pordenone forse al Martelli da ex: «Mai scordato la notte di Torino, ci fosse stato il Var saremmo andati in A»
MANTOVA. Dopo 15 anni le strade del Mantova e di Mimmo Di Carlo dovrebbero di nuovo incrociarsi. Ancora non si sa in quale girone saranno i biancorossi, ma con ogni probabilità il Pordenone del tecnico ciociaro sarà uno dei compagni avventura nella stagione di Lega Pro 2022/23.
Mister, è ancora presto ma ci pensa al suo primo ritorno al Martelli da avversario?
«In effetti non è ancora accaduto e se faccio mente locale quando sbucherò dal sottopassaggio non so quante emozioni mi coinvolgeranno. Mi sfileranno davanti immagini e momenti di quei quattro straordinari anni nei quali avremmo potuto scrivere la storia del calcio italiano».
Continui…
«Ci sarebbero migliaia di cose da dire e persone da ringraziare. Su tutte, permettetemi, i due presidenti che ho avuto ovvero Castagnaro e Lori oltre al direttore sportivo Magalini che mi portò qui dalla Primavera del Vicenza. Ma poi tutte quelle persone, dai collaboratori ai tifosi, che vissero insieme a me quelle stagioni così intense. Si era creato un legame forte tra la squadra e la città, un senso di appartenenza che ci spinse a traguardi anche insperati: in soli tre anni dalla C2 a un passo dalla promozione in serie A, purtroppo sfumata nella finale di ritorno dei playoff a Torino».
Le capita ancora di pensare a quella sera?
«Come potrei dimenticare? Soprattutto negli ultimi anni: se ci fosse stato il Var in serie A ci saremmo andati noi. Il pugno di Doudou a Cioffi, che aveva il volto sanguinante, non sarebbe mai potuto passare inosservato. Sarebbe stato rigore ed espulsione a 4 minuti dalla fine. E invece…».
Torniamo al presente: riparte da Pordenone, ovvero dalla C.
«Sono stato convinto dalla proprietà a mettere in atto questo progetto che in due anni punta a riportare il club friulano in B. Senza fretta, senza tensioni ma con le idee chiare. Il Pordenone è appena retrocesso, ci sarà da ricostruire un gruppo e soprattutto da ricreare una mentalità. Uno spirito di squadra che in queste categorie è fondamentale. Un modello potrebbe essere il Sudtirol, che quest’anno ha raggiunto la meritata promozione».
Come vice si è scelto Mezzanotti, un altro pezzo del suo Mantova.
«Ho lavorato per anni con Claudio Valigi dal quale ho imparato molto e che colgo l’occasione per salutare. È venuto il momento di separarsi, conosco bene Mezzanotti e sono sicuro che costituiremo una coppia affiatata in questa nuova esperienza».
Ha rivinto la C due anni fa con il Vicenza: che differenze ha notato rispetto ai tempi di Mantova?
«Quello era un progetto a medio termine che puntava alla serie A in qualche anno. Andò bene in C, quando vincemmo il campionato stoppato per pandemia, poi abbiamo incontrato qualche problema. Di sicuro anche nella terza serie si è alzato il livello delle metodologie di lavoro: ormai c’è grande professionalità in ogni settore e non va trascurato il minimo…
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