Intanto, grazie. Ma non siate solo marionette

MANTOVA. Contiamo oggi nel nostro inserto centrale circa 300 persone, 300 di noi più o meno giovani e forti, che hanno scelto di candidarsi alle Amministrative che rinnoveranno 9 consigli comunali in provincia scegliendo altrettanti sindaci. Mentre il mondo ci travolge con le sue scosse peggio di un terremoto, mentre la tecnologia ci apre o ci devia lo sguardo oltre ogni confine, (ri)scopriamo attraverso questi cittadini il valore di un impegno (con tutto quello che abbiamo da fare e da pensare…) al servizio della comunità nostra e vicinissima. Intanto, grazie: a prescindere dalle colorazioni politiche o dal mascherarle sotto la bandiera del civismo spesso inutilmente finto. Poi un pensiero che può sembrare lontano, a quelle che il premio Nobel Amartya Sen considerava le condizioni per realizzare un’idea di giustizia, riscatto e sviluppo place based , non astrusi: una teoria dell’azione, opposta all’indifferenza e all’inerzia che ha trascinato molti micro territori se non alla colonizzazione alla perdita di un’identità, alla marginalizzazione. In primis, essere autori e fautori di un confronto accesso, aperto ai pensieri esterni, informato, ragionevole: altrimenti la partecipazione diventa una parte in scena che solo maschera i processi decisionali, in realtà condotti e controllati nelle stesse stanze, dagli stessi di sempre. Lì sta il senso del loro spendersi per gli altri e non solo per sé stessi o per il campanile in competizione con il paese vicino: essere interpreti di un bisogno e di un’aspirazione, in nome anche di una differenza o di una specificità, ma dentro una strategia che guardi oltre il marciapiede da aggiustare o meno, la fiera patronale da finanziare o no. Non sono argomenti da campagna elettorale, ovvio: quella la si farà come sempre con tutta l’empatia e le furbizie di cui ogni paese è maestro, storie nella storia. Ma sono i tratti per distinguere in futuro un servitore della comunità da una marionetta, salita a fare un giro in giostra.