Rallentano gli arrivi di profughi ucraini nel Mantovano e in tanti tornano a casa in

Ogni settimana da Mantova parte una corriera per riportare in Ucraina molti tra donne e bambini

MANTOVA. La guerra in Ucraina imperversa ma l’afflusso dei profughi nel Mantovano è rallentato. Non ci sono ancora dati precisi in Prefettura, ma tra nuovi arrivi (sempre di meno) e ritorni in patria (in aumento giorno per giorno), la sensazione è che si sia giunti ad una svolta. Ormai sono sempre di più i profughi che rientrano nelle loro città d’origine in Ucraina confidando nel fatto che i combattimenti sono concentrati solo in alcune parti del paese. A Mantova c’è un pullman che ogni sabato parte per l’est Europa. È lo stesso che prima veniva utilizzato dalle badanti per andare e venire e che ora è diventato il mezzo per ricondurre in Ucraina tante persone fuggite dopo l’invasione russa. Sabato scorso, per esempio, è partito l’ultimo, quello su cui è salita anche Anastasia, la 22enne rifugiata a Quistello che ha deciso di far ritorno in patria, a Kiev. Su quel pullman gran turismo c’erano più di 40 presone, tutte donne e bambini che hanno deciso di raggiungere i loro mariti o fidanzati rimasti in patria a combattere. È il caso di Anastasia, figlia di un istruttore delle unità cinofile utilizzate per lo sminamento dei territori attorno a Kiev lasciati liberi dai russi. La ragazza, studentessa in farmacia all’università di Kiev, è arrivata a Ternopil domenica e, dopo aver pernottato nella città vicina al confine con la Polonia, ieri con il fidanzato che l’attendeva, è arrivata a Kiev dove ha riabbracciato i genitori e la nonna.

Sono tanti quelli che hanno fatto e stanno facendo la scelta di Anastasia. Per esempio, a Quistello anche le altre due signore che abitavano con lei hanno manifestato il desiderio di rientrare a Kiev con i figli a fine maggio. A Mantova non esistono dati specifici sul flusso di rientro. Questo perché le comunicazioni alla prefettura della presenza di profughi ucraini sul territorio mantovano arrivano direttamente dai Comuni che, finora, hanno certificato solo gli arrivi. Secondo la prefettura la difficoltà deriva dal fatto che il 90% dei profughi sono ospitati da famiglie. Le quali non hanno l’obbligo di comunicare se qualcuno se n’è andato, ma solo quello di segnalare chi arriva. I rifugiati accolti attualmente nei centri di accoglienza straordinari della prefettura sono 49, mentre quelli arrivati dall’Ucraina da inizio marzo sono 1.545. «Gli arrivi sono quasi finiti – dicono dalla prefettura – Ormai si tratta di poche unità al giorno, mentre anche a noi risulta che siano in tanti quelli che decidono di far rientro in patria. Un desiderio che viene espresso appena mettono piede nel Mantovano e che, dunque, quando si concretizza non desta alcuna sorpresa».