Il caso della Marconi verso il capitolo finale dopo 14 anni di lotte

Vicino alla soluzione il problema della bonifica dell’area in cui si trova la pista di collaudo dell’azienda di carri armati

CURTATONE. Sembra che l’annoso caso della bonifica della pista di collaudo per carri armati della ditta Marconi si stia avvicinando alla fine. Mancherà ancora qualche mese, ma la direzione è presa. E potrebbe non essere necessaria la bonifica.

È dal 2008, 14 anni ormai, che dura il contenzioso fra Marconi Industrial Service da una parte, Comune e Provincia dall’altra. Quattro i ricorsi presentati dalla industria che si occupa di progettazione, allestimento e manutenzione di mezzi corazzati e anfibi. Ne sono seguite svariate ordinanze dei vari enti, sequestri e dissequestri. Ma la questione non era mai stata definita giuridicamente, quindi conclusa.

Fino al 7 gennaio 2020, quando il Tar aveva emesso una sentenza di primo grado in cui accoglieva due ricorsi della Marconi e due li respingeva. Nel frattempo, però, ordinanze comunali e sentenza del Tar sono state superate dalla variante numero due al Piano territoriale di coordinamento (Ptc) del Parco del Mincio, approvata nel dicembre 2018, che di fatto concedeva – con l’imposizione di alcuni limiti – una deroga alla pista di collaudo realizzata prima del 22 aprile 1966 quando l’area da essa interessata era esterna al centro abitato di Curtatone e l’edificazione su di essa, non essendo ancora entrata in vigore la legge n. 765/67, non era assoggettata al preventivo rilascio di titolo autorizzativo.

Dopo questi importanti passaggi, si poteva procedere con la bonifica. Il Comune di conseguenza ha disposto alla ditta di eseguirla.

Il 5 maggio dell’anno scorso la ditta Marconi ha inoltrato una propria memoria in merito alle valutazioni sui materiali di riporto, a cui sono seguite una conferenza di servizi per la valutazione e, a luglio, la richiesta, sempre da parte degli enti interessati, di consegnare un piano d’indagine che definisca il perimetro delle aree da indagare, il numero di trincee e profondità, i parametri e le modalità di campionamento degli elementi da rilevare.

Il piano è stato consegnato dalla ditta il 1° ottobre 2021, dopodiché si è riunita una nuova conferenza dei servizi. A metà dicembre Ats, Arpa, Provincia (non il Parco) hanno espresso il loro parere di assenso, con prescrizioni. In sostanza, la Marconi chiede che, se tutte le analisi confermeranno che i rifiuti sulla pista di collaudo (indicativamente resti da demolizioni di fabbricati di decenni fa) non rilasciano sostanze inquinanti nel terreno, possano essere lasciate in loco, quali ormai parte integrante del terreno.