Mantova rende onore a Leonida, lo schiavo di Hitler che lavorava nelle miniere
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Medaglia della prefettura al carabiniere deportato nel 1943 dai nazisti in un campo di concentramento in Germania
MANTOVA. Bucce di patate raccattate nell’immondizia come rancio e, soprattutto, tanta fatica e tante umiliazioni. Una condizione comune ai 600mila soldati italiani deportati in Germania dopo l’8 settembre 1943. Tra questi anche Leonida Casareggio di Scorzarolo.
«Solo a ricordare mi vengono le lacrime agli occhi» dice il figlio Luigi, 75 anni, imprenditore edile in pensione che abita a Volta Mantovana (ha anche un fratello gemello, Primo, residente a Pietole).
Il
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