La Befana e il sole riempiono la città E anche i saldi riprendono quota

Ad attrarre i mantovani c’è pure il mercato del giovedì Nelle piazze si rivedono i turisti con le cartine in mano

La Befana porta il sole, a spezzare la lunga catena di giorni nebbiosi e pioggia ostinata. Così, complici il mercato settimanale, il primo ponte dell’anno e la stagione dei saldi, la città si riempie di gente. In maggioranza mantovani all’affannosa difesa di un fazzoletto di normalità, da sottrarre al nuovo assedio di Omicron, ma anche diversi turisti.

Visitatori a corto raggio, dalle province vicine o in transito sulla traiettoria montagna-casa, ma tant’è: a fine giornata i numeri dei musei sono rassicuranti (vedi approfondimento a piè di pagina). E l’impressione che sedimenta dopo una passeggiata tra i banchi e per i ciottoli del centro storico è proprio quella di normalità. Le chiacchiere a viso nudo ai tavolini dei bar, i visitatori che consultano le cartine sull’uscio di Palazzo Ducale, i clienti del mercato che scavano con le mani nel mucchio di abiti e maglioni, i sacchetti dello shopping che dondolano al braccio dei passanti a caccia di sconti.

Vero, si gira ancora col sorriso imbavagliato e gli slanci sono tenuti alla catena della prudenza, ma il desiderio di leggerezza sembra vincere la paura. Dopo due anni sull’altalena della pandemia, nel singhiozzo di restrizioni e riaperture, è diventata questa la normalità. Il salutarsi tenendo le mani in tasca, l’espressività degli sguardi, allenati a tradurre da soli ogni emozione, il green pass sul cellulare.

Sarà per il sole, per la luce che esalta la bellezza di Mantova, o per l’euforia dell’ultimo spicchio di festa, ma per qualche ora ci si riesce quasi a distrarre dall’ansia del virus. «Com’è andata la mattina? Alla grande, l’abbinata mercato-giorno di festa ci ha portato tanti clienti» risponde Mattia Pedrazzoli, dietro il bancone del bar Brasile di via Calvi. «Sta andando molto bene – conferma Marco Gialdi dal Bar Venezia, nella vicina piazza Marconi – anche se la gente dovrebbe rallentare. Su nove dipendenti, quattro sono a casa col Covid, come sta capitando in ogni settore e in tutto il paese, siamo in pochi e non possiamo arrivare subito ovunque. Invece, sembra quasi esserci una corsa al caffè, nella pretesa di essere serviti immediatamente». Da Gialdi arriva quindi un appello alla pazienza.

Quando la convivenza col virus diventerà meno traumatica, nel setaccio della pandemia dovrebbe rimanere proprio la lezione della lentezza. E piano sono partiti i saldi invernali, ridotti ormai da anni a una ricorrenza, un rito svuotato dal sistema di promozioni e sconti ad personam per i clienti fidelizzati, che bruciano il calendario. Ma, come ogni rito, anche quello dei saldi va comunque rispettato, e l’altro ieri, in città, la stagione è partita male. «Tra il ridicolo e la commedia, in un…