Treni cancellati e ancora ritardi: riesplode la rabbia dei pendolari
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Soppresso per cause tecniche il diretto delle 6.07 e la corsa successiva arriva in Centrale mezz’ora dopo l’orario previsto. Protestano anche gli artigiani
Soppresso per cause tecniche e costretto a una manutenzione straordinaria in deposito. Se il buon anno si vede dal mattino del primo lunedì feriale, allora il 2022 si annuncia accidentato per i pendolari della Mantova-Milano. Tanto per cambiare. Il treno cancellato ieri? Il diretto dello 6.07, atteso in Centrale alle 8.10, il più gettonato tra i viaggiatori abituali, i forzati delle rotaie sulla traiettoria da casa verso l’ufficio oppure l’università. E sono tanti.
Il treno successivo? Quello delle 6.42, peccato che durante il viaggio abbia accumulato tre quarti d’ora di ritardo, poi asciugati a mezz’ora. L’ennesima beffa, accolta con rabbia fredda dai pendolari: un sentimento sospeso tra l’esasperazione e la rassegnazione, di cui si trova traccia nei gruppi Facebook.
A completare il quadro, la soppressione del diretto da Milano a Mantova delle 10.20 (gemello del primo saltato in direzione contraria) e di diversi treni link, come si chiamano in gergo le corse di collegamento tra Mantova, Cremona e Codogno. Treni cerniera, inceppati probabilmente dall’emergenza Covid che, con l’aumento dei contagi tra il personale viaggiante (altra formula gergale), sta costringendo Trenord a riprogrammare le corse, sacrificando quelle meno affollate.
E alla rabbia dei viaggiatori si somma quella degli artigiani, per bocca del portavoce della Cna, Franco Bruno: «Con l’arrivo dell’anno nuovo il copione non cambia sulla tratta Mantova-Cremona–Milano. I disagi sono quotidiani e la situazione è inconcepibile. I pendolari, che nella stragrande maggioranza sono lavoratori, hanno il sacrosanto diritto di pretendere qualità, puntualità e sicurezza del servizio, di viaggiare su treni moderni ed efficienti». Dovrebbe essere la normalità, suona quasi come fantascienza.
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